C’è una costante nell’Inter di Mancini, quella di giocare quasi sempre a specchio con gli avversari. Un modo di adattarsi che ha sempre funzionato, con l’eccezione della gara contro la Fiorentina. I nerazzurri hanno iniziato la stagione giocando con il rombo a centrocampo, nelle prime due gare con Atalanta e Carpi è stato Brozovic ad adattarsi al ruolo di trequartista, poi è arrivato Perisic. Nel derby con Mihajlovic le due squadre si sono affrontate a specchio, Mancini nelle prime giornate non ha fatto turn-over, giostrando Medel, Miranda e Murillo per il ruolo di centrali, Santon, Jesus e Telles come terzini, mentre Guarin, Medel ancora, Melo e Kondogbia giravano nei tre ruoli di centrocampo e infine Perisic, Jovetic e Icardi con qualche minuto anche per Manaj giocavano in attacco. Per tutti gli altri le briciole. Le cose sono decisamente cambiate dalla gara con la Juventus, dove si è inaugurato un costante turn-over che ha visto coinvolti tutti gli elementi della rosa tranne Montoya, con giocatori come Brozovic, D’ambrosio e Nagatomo che sembravano dimenticati e invece sono tornati protagonisti. Dalla sesta giornata invece Mancini ha quasi sempre cambiato modulo, adattandosi sempre all’avversario. Quindi 3-5-2 contro il 3-4-2-1 della Fiorentina, sconfitta e pioggia di critiche per il mancio, nonostante la gara fosse stata decisa dagli episodi. Il tecnico nerazzurro ha così continuato per la sua strada riproponendo lo specchio con la Juve, 4-4-2 contro 4-4-2, con zero a zero finale considerato questa volta positivo dalla critica. A Genova, Palermo e Bologna si è visto invece per alcuni spezzoni il 4-2-3-1, che rimane l’obbiettivo finale di Mancini quando nel mercato gennaio presumibilmente gli verrà presa un’ala destra o quando Biabiany avrà i 90 minuti nelle gambe. Nei big-match comunque l’allenatore interista continua a schierarsi a specchio e con la Roma sorprende tutti con il 4-3-3 speculare ai giallorossi lasciando Icardi in panchina e rispolverando D’ambrosio e Nagatomo. Arriva una vittoria celebrata dalla stampa come il capolavoro di Mancini, chissà cosa avrebbero detto in caso contrario. In fondo la linea e il metodo è lo stesso di Inter-Fiorentina, dove erano cadute sentenze inappellabili. Comunque il mancio ci ha preso gusto, e persino nell’ultimo turno con il Torino ripropone lo specchio, adattandosi al 3-5-2 di Ventura. Missione compiuta anche in questo caso.