Presenze 48 gol 0
Campionato 33 gol 0
Stendere la pagella di Zanetti non è facile, superato però il bivio della celebrazione un po’ retorica ci si trova di fronte a quella che è stata la stagione più difficile per lui, culminata con il grave infortunio del 28 aprile a Palermo, quando il tendine d’achille non ha retto ad una altra stagione da recordman di presenze. Verità impone di dire che da febbraio la stagione aveva preso una piega malinconica, dopo le tempeste di Siena e Firenze, è arrivata anche la serataccia di Londra. Se in autunno il capitano aveva primeggiato con Asamoah e Insigne, è bastato un Sestu ed un Sirgurdsson a evidenziare i segni del tempo, mentre un dignitoso derby placando De Sciglio non è sufficiente a credere ancora nell’eternità del capitano, l’irriverente tunnel di Diamanti e le scorribande di Pinilla fanno il resto. D’altronde già a novembre in una serata buia a Bergamo Bonaventura aveva trovato campo nella sua zona, le ultime sgroppate sono di gennaio contro Bologna in coppa e Torino.
Tempo del giro di campo a S.Siro.
Presenze 35 gol 2
Campionato 25 gol 0
La stagione per il giapponese è iniziata con due gol in Europa League, uno fortunoso con lo Spalato e uno bellissimo con il Rubin, è proseguita con un espulsione nel derby e con due mesi di buona intensità, fino all’infortunio a ridosso di natale. Rientrato in gennaio irriconoscibile e involuto, è stato irriso da Cuadrado a Firenze per poi uscire di nuovo di scena, bloccato da un lungo infortunio al ginocchio. Apprezzabile per corsa e generosità, inguardabile nella fase difensiva, deve ancora trovare una collocazione tra giocatore che può migliorare e mascotte di Cassano, tra giocatore generoso, ma poco incisivo, e simpatica operazione promozionale del marchio Inter in Giappone.
Da recuperare.
Presenze 40 gol 1
Campionato 28 gol 1
Ultimo arrivato alla chiusura del mercato, doveva essere il giocatore che faceva fare il salto di qualità alla squadra, è stato il volto della sconfitta di questa stagione. Fin dall’esordio con la Roma ci ha messo tanta corsa, ma nessuna qualità. Quando Stramaccioni spiegò che era passato alla difesa a tre perchè aveva dei terzini che non difendono, tutti hanno pensato a lui. Le sue partite si sono trascinate tutte uguali, corsa, cross sbagliati, falli. Sentendolo parlare sembra l’amico sonnolento di Speedy Gonzalez, a Catania in marzo mette il suo primo cross decisivo, prima del suo trittico della morte con Sampdoria, Atalanta, Cagliari, dove diventa ancora più inguardabile, e non per la bruttezza.
Da cedere per limiti tecnici.
Jonathan 4,5
Presenze 23 gol 1
Campionato 8 gol 0
L’uomo che ritorna. Mandato in prestito al Parma l’anno scorso, è ricomparso ad inizio stagione con una serie di inquietanti prestazioni per lo più in coppa. Finito in panchina, sembrava destinato ad una nuova partenza in gennaio, è invece rimasto ed è riapparso in primavera con tre discrete prestazioni con Tottenham, Roma (con tanto di gol) e Parma. Tanto è bastato da fargli rilasciare dichiarazioni da fenomeno incompreso.
Da cedere per limiti tecnici.
Schelotto 2
Presenze 12 gol 1
Campionato 11 gol 1
In 5 mesi qui a Milano è riuscito a farsi odiare dai tifosi più di Chivu, a farsi fischiare più di Alvarez (e non è bastato il bonus del gol nel derby), a fare rissa contro tutti i suoi ex compagni dell’Atalanta, a correre meno di Kuzmanovic (la sua condizione fisica è sempre rimasta quella dell’orribile esordio con il Siena) ed è riuscito a far rimpiangere Centofanti.
Da cedere per limiti tecnici.
quindi, fino ad adesso il più bravo è stato Samuel che come hai citato te Francesco, giustamente, era un vecchio leone, e i giovani? niente (non è possibile)
Gli unici due giovani che sono stati utilizzati sono stati Jesus e Kovacic, Strama purtroppo non ha avuto il coraggio di lanciarne altri..