“Tutti lo sappiamo: qui di campioni che hanno già vinto non c’è nessuno, siamo tutti qui per vincere e rimanere nella storia di questa squadra. Negli ultimi anni non è stata l’Inter che ha fatto la storia, quest’anno abbiamo tutto per poter vincere e ritrovare questa Inter della storia passata. Ho lo stesso messaggio di Thohir da fare ai tifosi. Abbiamo visto l’esperienza in Turchia, dove lo stadio non era pieno, ci saranno state 15.000 persone ma sembrava pieno. Era un urlo positivo per la loro squadra, loro sono un po’ particolari in quel senso. Anche i nostri tifosi sono particolari quando le cose non vanno bene. Io ho sentito la delusione quando sono stato fuori dallo stadio. Ma questa squadra ha cambiato tanto, abbiamo bisogno di tutti. Non dobbiamo pensare che la squadra non sia buona perché una partita va male. Abbiamo bisogno di tutti i tifosi. Se vogliamo veramente tornare ad essere l’Inter ci servono tutti. Insieme si vince. La squadra sente l’urlo dei tifosi, è una forza per noi. Quando lo stadio mugugna è una forza per l’avversario, anche noi lo sentiamo quando accade in trasferta”.
Fredy Guarin ha lanciato questo lungo messaggio ai tifosi dai microfoni di Inter Channel. Due punti essenziali del suo messaggio:
– Nessun giocatore della rosa attuale ha vinto qualcosa in carriera.
– La squadra soffre i fischi dei tifosi.
Da qui l’appello a sostenere la squadra. E’ indubbio che una squadra completamente rifatta, composta per lo più da giovani che non hanno ancora vinto nulla in carriera è un fatto inedito nella storia nerazzurra e perciò è giusto che abbiano tutto il sostegno dei tifosi, anche più che in altre circostanze. Personalmente ho sempre trovato non giusti i fischi al primo passaggio sbagliato e l’eccessivo accanimento nei confronti dei singoli. Sgombriamo però il campo dagli equivoci: tutte le tifoserie sono esigenti, in base alle proprie aspettative date dal blasone, ma anche dai proclami che vengono fatti. Ma i tifosi interisti, se le cose vanno male, si limitano a fischiare, a ironizzare o a rimanere a casa in segno di protesta. Sono lontani i tempi dei seggiolini e delle torce in campo (da parte di chi tra l’altro oggi fa la lezione agli altri settori di San Siro). In altre piazze, per esempio nella Turchia che ha impressionato Guarin, o a Genova, Napoli e Roma, se le cose vanno male i tifosi arrivano ad entrare negli spogliatoi per picchiare i giocatori, o li umiliano costringendoli ad andare sotto la curva a denudarsi o altre cose ben più pesanti. Credo dunque che all’Inter manchi una figura (forse lo sarà Stankovic) che spieghi a questo gruppo qual è l’identità della gente nerazzurra, e che un giocatore di personalità, se sente dei fischi, seppur a volte ingenerosi e sbagliati, ma altre volte magari meritati, deve essere portato a dare di più e non invece a demoralizzarsi o a pensare che sia una condanna definitiva. I fischi dei tifosi interisti possono facilmente tramutarsi in applausi se il tifoso vede carattere e personalità, è sempre stato così. C’è invece tutta una teoria, molto fantasiosa invero, che sostiene che l’Inter non vince per colpa dei tifosi e perciò da qualche anno si porta avanti una campagna di rieducazione che vorrebbe fare del tifoso interista una sorta di pupazzo ammaestrato, ma che ha l’unico effetto di aumentare le incomprensioni tra calciatori e tifoseria. Credo invece che i tifosi dovrebbero stare vicini alla squadra in questo particolare momento storico, ma sono i giocatori che devono capire l’ambiente integrandosi e adattandosi ad esso e non viceversa. Speriamo che sia l’anno buono per risalire, ai giocatori il compito di dare il massimo.