Il gioco di Stramaccioni esalta sopratutto gli esterni, e non si può dire che all’Inter abbondino, ma per l’allenatore romano la sua filosofia di gioco viene prima di tutto, insieme al lavoro mentale coi giocatori. Così si spiega l’eventuale rispolvero di Zarate, già dimenticato da tutti, se si dovesse impiegare il 4-3-3, in attesa del rientro dei trequartisti Sneijder e Alvarez, che potrebbero riportarci ad un 4-3-1-2 o 4-2-3-1.
Se nel 4-3-3 le scelte in difesa e in attacco paiono quasi obbligate, a meno della sorpresa Livaya, con l’assenza dell’infortunato Maicon e lo spostamento a terzino di Zanetti, la vera domanda è chi saranno i tre di centrocampo. I tifosi invocano la formula due giovani e un vecchio, ma Stramaccioni invece potrebbe schierare Stankovic e Cambiasso insieme. E’ anche vero che Cambiasso non gioca una partita intera da un mese, ed è lecito aspettarsi un giocatore rigenerato. Stankovic invece sarebbe perfetto per il ruolo di regista basso, anzi bassissimo, alla De Rossi, àncora in gergo, che si affianca ai due centrali, permettendo ai due esterni di salire contemporaneamente.
La vera sfida di Stramaccioni – è quella del possesso palla: Non avendo l’Inter più la forza fisica di ripartire in velocità in contropiede, in questi mesi abbiamo visto i nerazzurri spesso applicare uno scolastico e sterile possesso palla, punito poi al primo contropiede avversario. Si tratta ora di inventare nuovi schemi per essere meno prevedibili e manovrieri, e più efficaci, e a questo Stramaccioni deve lavorare, indipendentemente dal modulo con cui si schiererà di volta in volta. Bisogna cambiare una certa routine nella circolazione della palla vista in questa stagione, che gli avversari conoscono a memoria.