Il parere unanime sull’esonero di De Boer è che la grande sconfitta è la società. Frank De Boer è infatti pressochè ingiudicabile. Troppo pochi due mesi e mezzo per avviare un progetto partito già con il piede sbagliato, a pochi giorni dall’inizio del campionato, senza aver fatto lui la preparazione e con giocatori non scelti da lui. (Con questo non si intende dire che i giocatori fossero male allenati dal precedente allenatore, vista la quasi totale assenza di infortuni in questi mesi – caso più unico che raro nella storia dell’Inter – e il fatto che lo stesso De Boer ha più volte dichiarato che la squadra sta benissimo fisicamente). Nonostante ciò pare che la scelta di esonerarlo sia partita dal management italiano e sportivo della società, da quegli Ausilio, Zanetti e Gardini che tutti chiedono a gran voce vengano ascoltati di più dalla enigmatica proprietà cinese. La situazione è quindi più intricata e ingarbugliata di quello che sembra a prima vista. Evidentemente solo loro conoscono al meglio la situazione dall’interno e possono esprimere il giudizio, magari non migliore, ma più inerente. Lo spogliatoio a quanto pare era diventato una polveriera, con quattro-cinque giocatori di volta in volta esclusi dalle convocazioni. Ma il vero caos sembra in divenire. Il nuovo allenatore non verrà scelto prima di una settimana, Suning manda così l’Inter a giocarsi la permanenza in Europa con un allenatore ad interim, quel Vecchi che poi tutti sperano possa fare bene per giocarsi le sue carte. Quello che però manca è l’amalgama, le esigenze di marketing e di visibilità internazionale stanno cozzando con le esigenze del campo, o meglio con quello che gli uomini di campo pensano siano gli interessi calcistici della squadra, ma come tali tutti si aspettano che vengano ascoltati. Frank De Boer considerava Gabigol un acquisto di tipo puramente commerciale, ma lo stesso Frank De Boer per Ausilio era solo una scelta d’immagine dettata da Thohir. Altro ingarbuglio. In mezzo a questo c’è un “consulente esterno” che sta delegittimando la dirigenza tecnica, una agente angloiraniano di cui avevamo già parlato quest’estate e su cui avevamo visto giusto.