Notiziario meteo, in arrivo una nuova ondata di P.I. alla rovescia. L’Inter gioca come una squadra dell’oratorio? I giocatori rientrano dalle maxi vacanze natalizie in condizioni pietose? Branca e Ausilio non ne azzeccano una facendosi soffiare tutti gli obbiettivi di mercato? Thohir prima parla di terzo posto e poi di anno di transizione?
Mazzarri fa vergognare il popolo nerazzurro con le sue scuse? No problema, se i tifosi iniziano ad averne le tasche piene si può sempre mettere in atto una campagna di distrazione di massa sugli arbitraggi. I siti filo-societari ci hanno inondato in questi due giorni di articoli indignati, aprendo la strada al dossier della società sui torti arbitrali. Peccato per un paio di cose: Nel dossier pare verranno infilati anche un presunto rigore su Alvarez contro il Parma e uno su Palacio contro il Napoli, che dare sarebbe stato alquanto generoso. Ma addirittura ci sarà anche il fallo di Wallace che ha portato alla punizione del 3-3 del Torino, che era grande come una casa.
Ovviamente non ci sarà il rigore negato all’Atalanta per un mani di Rolando e il mancato doppio giallo di Taider in Bologna-Inter. E’ vero invece che c’era un rigore netto su Rolando contro la Lazio e su Milito contro l’Udinese in Coppa Italia. Ma quante volte l’Inter in questa stagione una volta andata in vantaggio si è fatta raggiungere? E chi ci dice che non sarebbe successo così anche con lazio e Udinese. L’unico errore realmente decisivo è il rigore non dato a Ruben Botta nell’ultima partita col Chievo, perchè era il 94′. Invece leggiamo ricostruzioni fantasiose che immaginano l’Inter ad un passo dal Napoli senza torti arbitrali e si fa la predica ai tifosi interisti, colpevoli di sostenere che in fondo il quinto posto è meritato e di criticare società e allenatore. D’altra parte l’altro obbiettivo preferito delle P.I. alla rovescia sono gli interisti stessi, che non sarebbero abbastanza pazienti, mansueti e raccolti dietro la (non)linea societaria. Forse sarebbe meglio sostituirli con delle foche ammaestrate.
