La maglia numero dieci è sicuramente quella più ricca di fascino, i numeri dieci dell’Inter dal 1950 al 1992 sono stati otto: Skoglund, Lindskog, Suarez, Mazzola, Beccalossi, Brady, Matteoli, Matthaus. Dopo Skoglund, nel 1958 arriva un altro svedese, Lindskog, proveniente dall’Udinese. Con Firmani e Angellilo deve formare il trio delle meraviglie dell’attacco interista, ma le prime due stagioni sono deludenti, alle terza però esplode deliziando la platea di San Siro. Al termine della stagione, però, viene ceduto al Lecco per far posto ad un certo Luis Suarez. Il n.10 degli anni ’60, non ha bisogno di presentazioni. Angelo Moratti lo pagò 300 milioni al Barcellona, che con quei soldi costruì un nuovo anello del Camp Nou. Nel Barcellona giocava mezz’ala, ma Herrera lo reinventò regista davanti alla difesa. (Continua sotto)
Luisito Suarez, numero dieci. Un giocatore così forse non c’è più stato. I suoi lanci millimetrici di 50 metri sono stati replicati probabilmente in alcune circostanze solo da Matthaus. Dopo Suarez, fu il momento di un altro numero dieci.. Sandrino Mazzola il “baffo”. Sì proprio lui, che indossava il numero 8 negli anni ’60, quando Suarez lasciò l’Inter fu lui, già in nerazzurro da molti anni, ad ereditare il numero più prestigioso. Un desiderio di indossare il numero che fu di suo padre nel grande Torino, premiato dallo scudetto ’71 ai danni del Milan dopo una clamorosa rimonta. Ma anche anni difficili quelli che seguirono, per una squadra che non riuscì a ripetere i fasti degli anni ’60. Ed eccoci arrivati al 1978 nella nostra storia dei numeri dieci nerazzurri. Con l’addio al calcio di Mazzola, la dieci viene ereditata da un giovane fantasista proveniente dal Brescia, il suo nome è Evaristo Beccalossi.. Come si vede un altro calcio, dal 1950 al 1984, la maglia del “fantasista” passa per soli cinque giocatori. Le cose cambieranno dalla metà degli anni ’80, quando sul numero dieci gli avvicendamenti saranno più frequenti. Nella foto il Becca s’inventa un gol al volo contro il Milan. Nella storia dei numeri dieci nerazzurri, il 1984 è un anno importante. Ma non solo, infatti l’84 vede l’arrivo di Pellegrini alla presidenza dell’Inter. Il nuovo presidente decide di affidare la maglia numero dieci a Liam Brady. Poi fu la volta di Matteoli ad indossare il numero dei fantasisti. Trapattoni, siamo nel 1986, lo schiera dietro a Altobelli e Rumenigge, ma due anni dopo, con l’arrivo di Lothar Matthaus, lo arretra e il numero dieci passa al tedesco. Siamo nell’estate del 1988, il decennio per l’Inter è stato ricco di dignitosi piazzamenti, ma pochi titoli sono entrati in bacheca. La stagione precedente ha poi visto i cugini rossoneri vincere lo scudetto, urge un cambio di rotta. Il presidente Pellegrini non bada a spese e porta in nerazzurro giocatori come Berti, Serena, Diaz, Bremhe e per indossare il numero dieci il carismatico Lothar Matthaus, destinato a diventare idolo dei tifosi.