Le cause della crisi dell’Inter
Partiamo da dei dati di fatto, siamo usciti dalla Champions perchè abbiamo pareggiato in casa con il Psv, perchè contro gli olandesi Spalletti si è messo a fare melina sull’1-1 pensando che il Tottenham non avrebbe segnato a Barcellona, siamo usciti dall’Europa League perchè non siamo riusciti a fare un gol in 180 minuti all’Eintracht, sesto-settimo in Bundesliga, avevamo dieci punti di vantaggio su Roma e Milan e ci hanno ripreso perchè abbiamo perso con Torino, Bologna, Cagliari e pareggiato con Sassuolo.
Noi non siamo più scarsi di tutti questi avversari affrontati, ma questo invece vuol dire che ci sono giocatori che non rendono come dovrebbero secondo le loro possibilità, che non hanno reso come avrebbero dovuto, che non sono in condizione fisica e mentale, sapete tutti quali, mentre sull’allenatore ormai abbiamo detto tutto ed è inutile ripetersi; anche perchè sono rimasti a difenderlo solo gli avvocati d’ufficio che lo difendono unicamente per partito preso e logica di corrente, senza nessuna razionalità e argomentazione che non sia “interisti cattivi morattiani che se la prendono solo con l’allenatore”, tutte storie orwelliane chiaramente fuori dalla realtà. La verità è che tanti in passato lo hanno difeso perchè ingenuamente abbindolati dalle sue manifestazioni di pseudointerismo isterico, esteriore, superficiale e demagogico in conferenza stampa e per un eccessivo senso di gratitudine dopo la qualificazione in champions, ma ora hanno capito.
Per quanto riguarda società e dirigenti, avevamo Cancelo, Rafinha e Zaniolo, ci ritroviamo con Nainggolan, Keita e Asamoah “rotti e bolliti”, come si dice in gergo, e una vicenda Icardi che si trascina da un mese esatto e andrebbe risolta al più presto per il bene dell’Inter. L’immagine che si percepisce, ma possiamo sbagliare, è quella di una società debole, che si fa “mangiare in testa” dall’allenatore e dai clan dello spogliatoio, che impongono cessioni, acquisti, degradazioni di capitano, ma saremo contenti di essere smentiti nelle prossime settimane. Vediamo e aspettiamo i provvedimenti, ma non in eterno. E un modesto consiglio a Suning: al prossimo casting per l’allenatore portate un psicologo, l’Inter è una grande squadra simbolo di una grande città, basta coi felliniani matti del villaggio.