Una grande espressione di passione ha nutrito il pomeriggio di San Siro, riempiendo i primi due anelli totalmente, frutto anche dell’ennesima positiva iniziativa della società, con biglietti a 20 euro per i minori accompagnati da adulti. E sono tanti i padri con i figli che hanno risposto presente in un soleggiato e primaverile pomeriggio di marzo, anche questo aiuta, insieme ai cinque gol di Cagliari e all’importanza della partita, ma nessuno poteva immaginare un epilogo così felice. Lo stadio si riempie presto, i tifosi rispondono all’appello di arrivare prima sulle tribune, in tempo per assistere alle celebrazioni per il centonovesimo compleanno dell’Inter. La voce di Scarpini e Zenga accompagna l’afflusso sugli spalti, mentre dieci sbandieratori degli Inter Club si appostano a bordo campo. Il riscaldamento della squadra si concentra sui tiri in porta, davvero non casuale e fruttuoso, mentre il settore arancio si colora delle bandierine gentilmente offerte da uno sponsor, oltre che dei soliti bandieroni dei templari. La curva celebra l’anniversario con un lungo striscione, “a te che hai reso la mia vita bella da morire, buon compleanno”, mentre al primo verde non si dimenticano di Buffon e delle sue ultime provocatorie uscite, “Buffon dacci le quote, pagliaccio”. Gli atalantini sono tanti, più di duemila, ma si fanno poco sentire, anche sullo 0-0, se non per alcuni cori contro l’Inter nel prepartita, ammutoliti e sotterrati dai sette gol, riprendono fiato nel secondo tempo per un “chi non salta è un interista” e un sarcastico “vincerete il tricolor”, ma è la tifoseria nerazzurra a far festa e a rispolverare i cori di sfottò di sempre, “domani tutti in cantiere” e “bergamasco contadino” sono le hit vintage, mentre i cori contro Gasperini partono spontaneamente da tutto lo stadio. Immancabile la standing ovation per Banega, mentre lo speaker ringrazia a gran voce i sessantamila presenti, pronti a ripetersi con la Sampdoria.
Nella foto: Il bandierone in onore di Peppino Prisco dell’Inter Club Templari.