Cominciamo parlando di numeri.
1-James Rodriguez. Della sua maglia sono state vendute 350mila copie dal Real nei primi tre giorni dall’acquisto. Incasso stimato: 33 milioni. Costo del giocatore: 80 milioni.
2-Nel quinquennio 2009/2013 il Real Madrid è in testa alla classifica mondiale delle maglie vendute, con 1 milione e 580mila pezzi .
3-A luglio la Adidas ha firmato un contratto decennale con il Manchester United a partire dal 2015/’16. Valore del contratto 940 milioni di euro, più o meno il triplo di quanto gli inglesi percepissero dalla Nike.
4- Bayern Monaco: 1,3 milioni di maglie vendute nella scorsa stagione, più di tutte le altre squadre di Bundesliga messe assieme.
Perché ne parliamo? Semplicemente perché stiamo leggendo di cifre da capogiro provenienti da una maglietta e perché una Società di calcio di fama internazionale le vende a tifosi sparsi per il mondo dato che non si può pensare che i tifosi di Manchester o Madrid possano consentire simili fatturati. Interessante al riguardo l’articolo di giorni fa di Fabio Pisanu su Repubblica dal titolo “Carissime maglie, l’oro del calcio” allorché afferma “ Quello delle maglie da calcio per alcuni è un gioco, per altri una passione, ma soprattutto un business miliardario che riempie le casse delle società e degli sponsor. L’Italia è alla periferia di questo mondo colorato e dorato. La prima squadra di casa nostra è la Juventus, nona con 375mila casacche vendute”.
Quindi quando si parla di Marketing occorre considerare, Caro Thohir e dirigenti, la voce maglie. Ma Thohir lo sa bene solo che, secondo noi, sembra essere bloccato da accordi presi a favore dei diritti televisivi in Italia . Fermo restando che già avere uno stadio moderno aiuta la vendita delle maglie e infatti la Juventus ha tratto immediato giovamento dal nuovo stadio e relativo store che vende maglie, riteniamo che il grosso handicap sia dovuto agli accordi con canali televisivi italiani e orari delle gare . E’ certo insomma che un volume impressionante di maglie proviene da tifosi sparsi nel mondo, ma che possono vedere le gare in televisione. Allora si capisce perché le gare di Premier League, le più seguite nel mondo, si giocano sempre al 90% tra le 12.30 e le 16. Vuol dire che per il fuso orario i tifosi asiatici vedono i loro idoli del calcio verso sera o all’ora di cena, mentre quelli di Stati Uniti, centro e Sud America in tarda mattinata o all’ora di pranzo. Per vedere una partita importante del campionato italiano, quelle con Inter, Milan, Roma, Juventus – quasi sempre alle 20.45 ora italiana- un tifoso asiatico la può vedere di notte e nelle Americhe nel pomeriggio. Un grave handicap specie in Asia – dove la vendita di maglie è notevole ed ecco perché si vedono Premier e campionati europei più accessibili come orari. E’ vero che i diritti televisivi italiani danno buoni incassi ma è evidente che per l’Inter e Thohir possono rivelarsi un notevole svantaggio economico e di marketing, specie nel futuro. Thohir vuole un’Inter con più seguito in Asia e quindi dovrà trattare anche gli orari delle gare perché ci sembra che l’Inter giochi quasi sempre di sera, di notte in Asia quindi con meno seguito, meno maglie vendute, con rinuncia a cifre potenziali notevoli in grado poi di acquistare i cosiddetti top players.
Thohir