La cessione di Thiago Motta indebolisce l’Inter, è una stagione di transizione

La cessione di Thiago Motta è un indebolimento tecnico importante per l’Inter, dopo quello ben più pesante di Eto’o di quest’estate. Se ne va un altro tassello del 4-2-3-1 del triplete. L’arrivo di Palombo, 31 anni, va in controtendenza con la linea verde delle ultime tre sessioni di mercato, di cui avevamo parlato nell’editoriale precedente. Una cosa è certa, siamo in una stagione di transizone e la richiesta di Ranieri di tenere Thiago Motta (“è un giocatore unico”) non è stata ascoltata dalla società. Muntari va al Milan, ma ormai era di fatto fuori rosa dall’estate scorsa.

Stagione di transizione non vuol dire stagione da buttare, ma è chiaro che i tanti giovani acquistati nelle ultime tre sessioni di mercato non sono ancora pronti per il salto di qualità, tanto che alcuni di questi vanno in prestito come Coutinho. Il tempo in cui si comprano i campioni affermati è finito, gli equilibri mondiali di mercato sono profondamente cambiati, non da ieri, ma già dal 2008. Anche la campagna acquisti del 2009 infatti fu frutto di occasioni prese al volo: Sneijder non trovava spazio nel Real madrid e Eto’o aveva rotto con la società blaugrana.

Poli

L’obbiettivo è prendere campioni in rotta con le proprie società o che non trovano spazio, prendere giovani talenti o costruirli in casa. Viviano, Ranocchia, Poli, Alvarez e Castaignos potrebbero essere la spina dorsale dell’Inter del 2014, nel frattempo bisogna sostenerne la loro crescita e appoggiare quei campioni non più giovani che hanno ancora qualcosa da dare, e lo hanno. Stagione di transizione appunto, puntando sull’obbiettivo minimo del terzo posto, a meno di crolli là davanti.

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