La storia dell’Inter attraverso i suoi protagonisti
Ricordate Giulio Abbiezzi, storico vicepresidente dell’Inter di Pellegrini; milanese, poeta, presidente della casa editrice Librex e commercialista del grande poeta Montale, di cui ne curò la memoria? Scomparso nel 2010, divenne famoso al grande pubblico tramite la trasmissione satirica Mai dire gol, che ne prendeva in giro le sue poesie sull’Inter. Beh, contando sul fatto che quella trasmissione non esiste più, ecco una poesia sulla storia dell’Inter dedicata a lui
Inter, Inter, Inter, cara Inter, vecchia Inter,
di potenza geometrica, di tank alla Matthaus e Klinsmann, Rumenigge e Brehme, ma che sbriciola follìa, sfarfalla baldanza, di Nicola Berti, Materazzi e Veleno Lorenzi, di ala destra fantasìa ed eleganza, con Jair, Alessandro Bianchi e Luis Figo, tutta gente da mettere in frigo
di mancini che non saranno rombo di tuono ne’ di Dio il castigo, ma sono divini e stravaganza, alla Corso, Becca e Recoba, di centravanti che dribblano anche le zolle, come Meazza, Ronaldo e Milito, e la tradizione del portiere chi scientifico chi un po’ folle, da Ghezzi, Sarti, Bordon, Zenga dalla Bovisa, Pagliuca, Toldo, Julio, Samir, e
di brasiliani e sudamericani da un anno o due e via, come Ramon Diaz, Maxwell e Ze Elias
i capitani gentiluomini Picchi, Facchetti, Bini, Bergomi, Zanetti, Ranocchia, i wall duri e silenziosi, ma signori, Guarneri, Ferri, Bedin, Samuel, Burgnich, i terzini giganti fluidificanti e vigorosi, Facchetti, Maicon, che alla fine Maldini ha detto che si è ispirato a Giacinto, di registi d’autore alla Suarez, Matteoli e Snejder e quella rovesciata di Djorkaeff, della notte il colore,
E poi i gregari, Beppe Baresi, Tagnin e Oriali, perchè c’è il capitano, il portierone, il guascone, il talentuoso campione e poi c’è una vita da mediano
i guerrieri Paul Ince, Stankovic e Cambiasso, i gol di Mazzola, Altobelli, Boninsegna, Nyers, l’eleganza e lo stile di Eto’0, quella dei Moratti, Angelo, Bedy, Milly, Massimo e gli altri, l’ironia pungente e verace di Prisco, la sensibilità di Skoglund, i presidenti Fraizzoli e Pellegrini, buoni come il panettone, il Sarti, Burgnich, Facchetti, ma anche il Julio Cesar, Maicon, Lucio, che formazione,
la signorilità di Gigi Simoni, il sergente dal cuore d’oro Bersellini, il carattere di Trapattoni, la mentalità vincente di Roberto Mancini, il potere istrionico di Herrera e Mou, più tutti gli altri che non ho citato, non voglio dimenticar Angellilo e Adriano, con tutto quello che hanno passato, i pazzi veri come Taribo West e Kanu, Ibra e il suo orgoglio gitano, Centofanti fa impazzire tutti quanti, Manicone gran campione e il suo milione, i campioni del passato, i fratelli Cevenini e l’eroe Virgilio Fossati, i fondatori con la bombetta, artisti, dissidenti, borghesi, l’Arena, San Siro e i tifosi, ci sono anche loro, tifosi fedeli, esigenti, appassionati e fuori dal coro