Inter-Slavia Praga è 1-1, Barella risponde al 91′ al gol di Olayinka al 63′
Deludente partita all’esordio in Champions, l’Inter è inferiore fisicamente, ma manca anche quel minimo di grinta, non sembra una partita di Champions, alla fine un punto d’oro
Grazie a Barella e al pareggio tra Dortmund e Barcellona, il danno è tutto sommato limitato, ma ora al lavoro
Conte lo aveva detto, nelle ore precedenti a questa partita aveva parlato di un eccessivo entusiasmo legato solo ai tre risultati positivi consecutivi, aveva parlato dello Slavia come di una squadra fisica, consapevole di una condizione non buona di molti suoi giocatori. Però la squadra è apparsa eccessivamente svuotata in campo, di fatto subendo per quasi tutta la partita, non tanto sul piano del gioco, se non altro perchè abbastanza latitante anche sulla sponda ceca, ne’ sul piano delle occasioni, in una gara avarissima di esse reciprocamente, ma sul piano fisico, con direi nessun duello individuale vinto e una supremazia e un sovrastamento a tratti imbarazzante, in parte strutturale visto che si sa che l’Inter è una squadra complessivamente leggerina e i biancorossi sono quasi tutti dei marcantoni tranne Stanciu, sia per lo stato fisico di alcuni neroblu come Asamoah, Candreva, Brozovic, Lautaro e anche il nostro “grosso” Lukaku, apparso in condizioni impresentabili per il problema alla schiena, ma che in realtà a parte il problema fisico aveva già denotato grossi problemi a difendere palla nonostante la stazza, oltre a limiti tecnici nello stop e nelle sponde, ma anche nell’intelligenza tattica.
Che Conte fosse preoccupato lo si capisce dal fatto che rinuncia al suo 3-4-2-1 per un tornare al 3-5-2 che risulta piattissimo, con Lautaro e Lukaku che non vengono mai incontro e non fanno mai movimenti sincronizzati, rimanendo orizzontali l’uno affianco all’altro, inoltre Sensi seguito dal mastino Traorè non riesce a entrare nel cono di luce spesso o andare a fare il dieci, in generale non c’è mai nessuno tra le linee o sulla trequarti, la squadra è piatta, a tratti è quasi un 5-3-2 perchè Candreva e Asamoah sono bassissimi. La manovra è lentissima da parte di chi deve impostare, ma è sopratutto il confronto fisico imbarazzante, il Praga, partito con un 4-3-3 arretra poi Stanciu da centravanti a trequartista in marcatura su Brozovic, accentrando le due ali da punte, in realtà mezze punte semicentrali, un 4-3-1-2 senza un centravanti vero e si sente la mancanza per loro. Finisce così un primo tempo avaro di conclusioni in porta, con tanti tiri velleitari fuori dallo specchio e una sola grande occasione per lo Slavia.
Nella ripresa salta Candreva, c’è l’esordio di Lazaro, ma la svolta sembra essere con l’infortunio del marcatore di Sensi, Traorè, in realtà non cambia molto perchè i centrocampisti di Trpišovský sono dei colossi intercambiali e anzi lo Slavia alza il tasso tecnico degli scambi e si avvicina sempre più alla porta trovando la rete su una percussione da destra con tap-in vincente del nove Olayinka. Per dieci minuti il black-out è totale e inversamente proporzionale allo stato di grazia degli avversari che sfiorano il raddoppio ripetutamente. Poi al 70′ l’ultima svolta, finalmente viene sostituito un ancora una volta indisponente Brozovic per Barella che va al centrosinistra con Sensi che si sposta da play basso. La manovra ne beneficia, è più rapida, anche se i problemi permangono, l’ex Sassuolo dà più ritmo ma forse copre meno la difesa e ci sono altre opportunità per i cechi, è entrato anche Politano per Lautaro e l’intesa con Lukaku è forse ancora peggiore, tutte e due vanno in profondità e nessuno dei due incontro. Emerge un problema dell’attacco nerazzurro composto in rosa di fatto da quattro velocisti da lanciare nello spazio, da quattro contropiedisti (Lukaku, Sanchez, Lautaro, Politano), compreso Lukaku che a dispetto della stazza non è affatto un attaccante-reparto. Inoltre continua a mancare qualcuno che vada a giocare tra le linee, non c’è un vero numero dieci nella squadra, nella trequarti centrale c’è sempre il vuoto, ma anche sugli esterni anche Lazaro non dà profondità e Asamoah è sempre senza benzina.
Alla fine però il pareggio arriva e non poteva che arrivare da Barella, il più vivace, ma anche quello con più personalità insieme a Sensi in campo. Per come si era messa è un punto d’oro, anche se oggi sono emersi tutti i limiti della squadra, fisici a centrocampo, tecnici in fascia, più gli equivoci tattici in attacco, regge tutto sommato la difesa anche se anche qui c’è stata tanta sofferenza. Portiamo a casa questo punto, ma c’è tanto da lavorare e serve uno sblocco sabato sera con il Milan.
IL TABELLINO
INTER – SLAVIA PRAGA 1-1
MARCATORI: 62’ Olayinka (S), 91’ Barella (I)
INTER (3-5-2): 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 6 De Vrij, 37 Skriniar; 87 Candreva (49’ 19 Lazaro), 5 Gagliardini, 77 Brozovic (70’ 23 Barella), 12 Sensi, 18 Asamoah; 10 Lautaro Martinez (71’ 16 Politano), 9 Lukaku.
In panchina: 27 Padelli, 2 Godin, 8 Vecino,, 7 Sanchez.
Allenatore: Antonio Conte
SLAVIA PRAGA (4-3-1-2): 1 Kolar; 5 Coufal, 15 Kudela, 2 Hovorka, 18 Boril; 27 Traoré (59’ 12 Zeleny), 22 Soucek, 10 Husbauer; 7 Stanciu; 9 Olayinka (84’ 17 Provod);
28 Masopust (78’ 29 Helal).
In panchina: 30 Markovic, 11 Tecl, 21 Skoda, 25 Frydrych.
Allenatore: Jindřich Trpišovský
Arbitro: Buquet (FRA). Assistenti: Debart – Pacelli. Quarto Uomo: Delerue. Var: Letexier, assistente Millot
Note
Spettatori: 50.128 (di cui almeno 3000 dello Slavia Praga)
Ammoniti: Hovorka (S), Asamoah (I), Lautaro Martinez (I), Politano (I), Soucek (S)
Corner: 2-3
Recupero: 1°T 1’, 2°T 8’.