Inter, progetto e oggi, giovani e vittorie

La maggior parte di coloro che contestano la società affermano di farlo perchè non avrebbe un progetto. Ora, progetto è una parola molto di moda e di conseguenza può voler dire tutto o niente e indubbiamente può perdere il suo significato originale. Rimane il fatto che progetto ha a che fare con qualcosa che si concretizzerà nel futuro, in un medio-lungo termine. Ma sempre la maggior parte delle persone che contestano Moratti o in altri casi la società in genere ( forse per non toccare il totem Moratti), non vuole cose a medio-lungo termine, ma vincere sempre e comunque e soprattutto subito. Quindi perchè fare appello alla mancanza di un progetto? Perchè non dire invece che è una contestazione per mancanza di risultati nella stagione in corso, perchè non si ammette nemmeno una stagione senza titoli? Almeno per chi contesta per questa ragione, senza dimenticare che le contestazioni di questi giorni sono state diverse l’una dall’altra, come scrivevo nell’editoriale precedente.

 

In realtà l’Inter un progetto, nel senso di qualcosa che si concretizzerà nel medio-lungo termine, ce l’ha, e consiste appunto nell’acquistare giovani da inserire nel gruppo del triplete, questo non può che portare ad una periodo di transizione, che significa rimanere ad alti livelli, senza però vincere tutto o ogni anno lo scudetto, come invece era successo negli anni precedenti. La stagione scorsa funzionò così, secondo posto, quarti di champions, Supercoppa Italiana e vittoria nel campionato del mondo e della Coppa Italia. Quest’anno con le sette vittorie sembrava che la situazione fosse simile, con al contempo l’inserimento graduale di Alvarez, Faraoni, Poli, come giovani del futuro. Poi le ultime quattro giornate sono state una valanga che ha scompigliato verticalmente tutto. E nessuno è in grado di darsi una spiegazione di fronte a qualcosa di repentino e che solo all’interno dello spogliatoio si può conoscere e capire.

Un’altra cosa che si sente dire è “largo ai giovani”, ma anche qui c’è qualcosa che non torna, perchè i giovani sono quelli più tartassati dal pubblico di S.Siro, allorchè “largo ai giovani” rischia di diventare una formula vuota o solo un modo per attaccare i non più giovani in squadra, o più semplicemente per giovani s’intende solo se si chiamano Messi o C. Ronaldo, senza tener conto dello stato di crisi in cui versa tutto il sistema italiano. Oggettivamente oggi come oggi un fuoriclasse non vuole venire in Italia, per ragioni economiche prima di tutto, ma anche di appeal e di ambiente. E non è che si può dare la colpa a Moratti o alla società Inter per questo.

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