“Prima voglio capire cosa succede. Sarebbe sbagliato andare da questo o quel dirigente dicendo che sbaglia: prima voglio mettere a fuoco ogni cosa, ascoltare dove sono i problemi. Abbiamo davanti un piano di cento giorni, tre mesi per capire come agire, ma proprio per questo è importante che io capisca in questi giorni cosa è stato sbagliato e cosa è fatto bene. Tornerò dal 28 novembre al 2 dicembre: dopo tutti questi incontri dovrò controllare che i dirigenti abbiano recepito il messaggio e iniziato a lavorare”. Non credo di sbagliare se penso che queste parole di Thohir rilasciate alla gazzetta dello sport siano musica per le orecchie dei tifosi interisti. Non commettiamo l’errore di scambiare queste parole per debolezza. Thohir ha le idee molto chiare, sa già che bisogna cambiare, che così non va, i risultati non arrivano da due anni, i ricavi sono bassissimi, ma per sua filosofia non vuole cambiare senza prima aver ascoltato e aver dato la possibilità ai dirigenti di correggersi. Non ci sarà nessuna rivoluzione immediata, ma per tre mesi sono tutti sotto esame e poi se necessario ci sarà una rivoluzione gentile, senza traumi. Branca e Ausilio verranno giudicati per come condurranno il calciomercato di gennaio e per la loro capacità di recepire la nuova filosofia aziendale. Sarà importante non solo come saranno in grado di rafforzare la squadra, ma anche e sopratutto come riusciranno a ottenere ottimi ricavi dalle cessioni, cosa nella quale non hanno mai brillato. Ci sono tre giocatori da cedere e non vanno svenduti. Sono Pereira, Kuzmanovic e Mariga. Ma anche i calciatori sono sotto esame, i tanti contratti in scadenza non verranno ridiscussi fino a marzo e sulla ormai nota vicenda Icardi, Thohir non ha nascosto il suo disappunto. Il permesso accordato al giocatore di andare in Sudamerica per incontrare la bella Wanda è da ritenersi l’ultimo atto della vecchia gestione, ma con la nuova gestione la sensazione è che certe cose non avverranno più.