Il gioco di Mazzarri si basa su un continuo scalare di movimenti senza palla per non dare riferimenti e prendere d’infilata le squadre avversarie. Questo comporta però non avere perni nel proprio gioco, non solo non c’è il regista centrale, ma nemmeno un trequartista che faccia da riferimento tra le linee o un centravanti boa.
E’ un gioco quindi che si esprime bene se ci sono spazi e superiorità numerica sulle fasce. Nella partita di ieri sera si è visto bene come Guarin non faceva il trequartista ma l’ala destra, allargandosi per creare lo spazio per l’inserimento di Jonathan, mentre Palacio faceva l’ala sinistra. Con squadre che chiudono bene gli spazi come il Livorno diventa così difficile creare pericoli. Serviva qualcuno che saltasse l’uomo, ma in fascia i confronti diretti sono finiti tutti in parità e Alvarez e Guarin, i due uomini più indicati, non erano in serata. L’Inter ha giocato in verticale una sola volta, guadagnando 40 metri con due passaggi sull’asse Rolando-Cambiasso-Guarin, peccato non averlo rivisto. Per fortuna è arrivata la consueta papera del portiere avversario, mentre il 2-0 è frutto di un’azione dove le due mezz’ale (Zanetti e Kovacic) per la prima volta hanno converso verso il centro andando a dialogare insieme e dove è servita la capacità di saltare l’uomo, con il croato che ne ha saltati tre in due metri. Le due squadre d’altronde nell’arco della partita hanno avuto le stesse difficoltà, esterni che non saltavano l’uomo e mezzale che non aggredivano la profondità, fino all’ingresso del vecchio capitano e del giovane fenomeno. Gli attaccanti sono stati così poco supportati dai centrocampi e i terzetti difensivi hanno potuto lavorarli di fisicità, risultato poche occasioni o quasi nessuna. Il fiore all’occhiello di Mazzarri rimane la solidità difensiva ritrovata nelle ultime due giornate, mentre si è confermato che sul gioco c’è ancora molto da lavorare. il Livorno non è mai ripartito in contropiede, bloccato sul nascere dal lavoro di Alvarez, Cambiasso Taider che chiudevano e spezzavano l’origine delle azioni del Livorno. Particolarmente aggressiva e compatta la catena di centrosinistra con Cambiasso, Samuel e Alvarez a stoppare alti Mbaye e Schiattarella. Dai cambi è arrivato un contributo importante, senza i quale probabilmente l’Inter avrebbe chiuso schiacciata nel finale di partita. Zanetti, Kovacic e Belfodil hanno invece evitato l’assedio finale, guadagnando metri i due centrocampisti e dando maggiore peso in avanti Belfodil. Ah, e la difesa, zero gol subiti, anzi praticamente zero tiri in porta subiti nelle ultime due partite, non dipende (più) da Campagnaro. Handanovic ringrazia. E pure noi.