Inter ibrida e alla deriva

L’Inter festeggia il 105esimo compleanno con una sconfitta, che è un po’ come festeggiare un compleanno con un calcio in culo. Ma più di una sconfitta preoccupa quello che sarà il proseguimento della stagione, perchè la squadra è alla deriva.

 

Nella prima parte di stagione Stramaccioni adattava la squadra all’avversario e dedicava una cura particolare alla fase difensiva, con compiti specifici per ogni giocatore e marcature praticamente a uomo anche a centrocampo. Questo gli comportò alcune critiche, fu accusato di non imporre il proprio gioco, ma di schierarsi a specchio anche con le piccole. Però nella prima parte di stagione in questo modo qualche buon risultato fu fatto. Da qualche settimana invece Stramaccioni ha deciso di giocare sempre e comunque con il 4-2-3-1 di partenza, qualunque siano i giocatori a disposizione. Così ieri abbiamo visto Benassi esterno sinistro che sembrava un pesce fuor d’acqua e Guarin trequartista centrale senza averne le caratteristiche. Aggiungiamo l’obbligo di schierare Palacio prima punta in assenza di alternative e Zanetti terzino destro, pur non essendo più in condizioni di farlo. Rimanevano in ruolo Schelotto esterno destro, i due mediani Stankovic e Gargano, i due centrali Ranocchia e Jesus e Pereira terzino sinistro.

Dal modulo adattato alle caratteristiche dell’avversario e a quelle dei propri giocatori, Stramaccioni è passato ai giocatori che si devono adattare al modulo. Più che una risposta alle critiche di “provincialismo” piovutegli addosso, potrebbe essere un messaggio alla società, come dire il mio modulo è questo, ora regolatevi voi di conseguenza e non più io. Sempre più o meno dall’inizio del 2013 vediamo le squadre avversarie arrivare fino al limite dell’area senza nessuno che faccia pressing o che contrasti o che chiuda gli spazi. Anche ieri il Bologna andava in porta con tre passaggi: Perez libero di costruire verticalizzava per Diamanti, Stankovic gli arrancava alle spalle, passaggio in diagonale per Gilardino che concludeva di poco a lato. Diamanti, Gabbiadini e Gilardino non davano nessun punto di riferimento alla difesa nerazzurra, viceversa l’Inter non dava punti di riferimento a se stessa, giocatori che si sparpagliano in avanti lasciando il portatore di palla nel deserto, nessuno accorcia, nessuno viene incontro, il solo Palacio prova a fare qualche movimento che non sia andare avanti e indietro per inerzia, gli esterni non stringono mai quando l’azione si sviluppa sull’altro lato. D’altra parte c’è da dire che questa è una squadra mancante in tutti i ruoli cardine: Non c’è un vero regista, non c’è un vero trequartista (venduti tutti) e non c’è una vera prima punta. Sono tutti giocatori dai ruoli ibridi o collaterali, questa è una squadra proprio fatta male.

Un Bologna sin da subito aggressivo è stato pericoloso due volte nei primi dieci minuti, ha trovato il gol ad inizio ripresa da un passaggio sbagliato di Cassano, arrivando come sempre fino al limite dell’area senza essere contrastato. Stramaccioni aveva inserito Cassano al posto di Benassi e Kovacic al posto di Stankovic, passando ad un 4-3-3 con Schelotto ala destra, Guarin trequartista, Kovacic e Gargano mediani. Poi ha chiuso la gara togliendo Schelotto e inserendo Cambiasso, mandando Guarin a fare l’ala destra. A nulla è servita la reazione finale, con Ranocchia punta aggiunta, la prima e unica nitida occasione è arrivata al 93′ con un colpo di testa di Cambiasso deviato da Curci.

 

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