La cronaca ambientale di Inter-Barcellona, racconti da stadio
Non potevamo mancare a Inter-Barcellona, la redazione al completo di Calciointer presenzia così ad una delle partite più importanti degli ultimi anni, anzi, forse la più importante se non fosse che la classifica sorridente ammorbidisce la tensione per la partita, ma per il resto tutto è apparecchiato al meglio
Pioggia doveva essere e pioggia è stata, la nebbiolina rende quasi invisibile il terzo anello, dove poco meno di 700 tifosi del Barcellona prendono posto dietro solo un paio di striscioni, senza bandiere e stendardi. Tra le due tifoserie c’è una forte rivalità, maturata nell’anno del Triplete, quando i catalani erano gli invincibili, la squadra da battere e l’Inter lo fece, Mourinho usò tutte le sue armi della provocazione e allora il clima si fece incandescente, per Guardiola si trattò di uno dei rarissimi smacchi della sua carriera, ma in realtà le due società hanno molte cose in comune: per anni hanno combattuto contro il potere, rappresentato in Spagna dal Real Madrid e in Italia dalla Juventus, tutte e due sono attraversate sia da un forte spirito d’indipendenza, ma anche contemporaneamente da uno spirito globale, hanno però stili di gioco diversissimi; maestri della tecnica, del possesso palla, del gioco collettivo e del passaggio i blaugrana, mentre tendenzialmente le grandi Inter si sono impalcate su difese mostruose e contropiedi rapidi e verticali, su grandi personalità estrose, ma tra Barcellona e Inter c’è uno storico legame di mercato, la famiglia Moratti infatti portò da Barcellona Luisito Suarez negli anni ’60 e il fenomeno Ronaldo negli anni ’90, ma il grande sogno coltivato dai milanesi fu quello di Messi, e chissà che non sia Suning ad esaudirlo. Con i soldi di Suarez, pensate, il Barca ci fece l’ultimo anello del Camp Nou…
Ma dopo questa trasmissione nel passato, torniamo a ieri l’altro, la curva dell’Inter inneggia al Valencia, i rivali del Barcellona, i barcellonesi rispondo coll’ormai internazionale”vaffa”, ricambiato dai dirimpettai. I tifosi ospiti comunque si faranno sentire solo nei primi minuti di gioco e dopo il loro effimero vantaggio. In tribuna però possiamo testare l’internazionalità anche del Barcellona, con tifosi con sciarpa azzurrogranata da ogni dove, tra cui due eccentrici giapponesi davanti a noi, lei con capelli granata e lui azzurri…
Qualche furbo di troppo, palesemente senza biglietto o di un altro settore, è riuscito ad intrufolarsi, queste partite attirano i personaggi più loschi e disparati, dietro di noi urla una scalmanata apparentemente tifosissima dell’Inter, ma dai commenti basta poco a capire che avrà visto tre partite in vita sua. La pioggia si strascica sulle tribune, le tettoie di San Siro non possono nulla con le folate oblique, il Barcellona in campo dirige, l’Inter sta un po’ a guardare, serpeggia una eccessiva delusione tra il pubblico, contro un avversario così non puoi dominare il gioco, la curva mantiene il suo sostegno e lo sbandieramento incessante di una decina di bandieroni, mentre il resto dello stadio è ammutolito dal possesso palla dei stasera rosa vestiti, o impreca. Applausi comunque alla fine del primo tempo.
Nella ripresa la Curva Nord come in tutte le partite di coppa canta l’inno di Mameli, poi cerca di trascinare il pubblico come col Genoa con il coro “impazzisco per te” all’ora di gioco, ma invece parte uno spontaneo “olè olè Inter” dal settore blu, finchè al gol del Barca scatta l’applauso istintivo degli aficionados neroblu di tutto lo stadio. Come potete immaginare al pareggio di Icardi esplode la bolgia, il pubblico prova a ricreare l’atmosfera finale di Inter-Tottenham, ma davanti c’è il Barcellona e finisce 1-1.
Si va a casa, domenica torna il campionato con una classica decisamente più “locale” come Atalanta-Inter, altre storie bauscia da raccontare.