In tre mesi Mancini è passato da un “Thohir, mi dia tre giocatori e lotteremo per lo scudetto” a un “serve una rivoluzione”. Ma è l’errore in cui siamo caduti tutti, questa rosa è stata soppravalutata, anche se è vero che sulla carta è più forte di un nono posto, ma poi in campo devono entrare altre componenti, come il carattere e la serietà professionale, che degli attuali tesserati della beneamata (dai tifosi) non hanno. Di certo in questi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori, Medel come Paul Ince, Brozovic come Stankovic, Shaqiri top-player, Podolski come Rumenigge. Niente di tutto ciò, ne siamo molto lontani. Questo ovviamente non vuol dire rimpiangere Mazzarri, e credo nessuno lo rimpianga, corresponsabile di questa situazione, avendo voluto molti di questi giocatori, trovandosi bene a gestire mediocri e senza personalità ed essendo allergico ai giocatori forti e di personalità. Mancini ha commesso molti errori, è stato rigido nelle sue scelte e nella sua impostazione, ma non si può chiedere la sua testa dopo quattro mesi, almeno questa è la mia impostazione. E’ certo che siamo passati da un estremo all’altro, da un allenatore provinciale e difensivista ad uno con una idea di grandeur non molto rapportata con la realtà e il materiale a disposizione. Materiale particolarmente deludente in difesa, il passaggio dai tre centrali ai due centrali ha rovesciato come olio bollente su Mancini tutte le ambizioni di rapida risalita. Disastroso Jesus, che ha goduto a lungo di una sorta di immunità forse perchè bravo a twittare, non all’altezza Ranocchia, anche se inseguito da critiche feroci e spesso esagerate pure quelle poche volte in cui ha giocato bene. Deve far riflettere in vista di scelte future la vicenda Vidic, gran curriculum, uomo di nome, ma venuto a svernare in Italia. Ora bisogna analizzare bene la situazione, dopo una vergogna del genere io venderei tutti, ma forse mi accontenterei di un leader difensivo fortissimo. Da questo primo tassello bisogna ripartire. Ma non basta. L’impressione, e negli anni ne abbiamo viste di tutte, ma che per la prima volta ci sono giocatori che non capiscono cosa significhi l’Inter, quella maglia. Ci vuole qualcuno che glielo spieghi, ma Moratti è ora defilato, Thohir è il primo (per ora) a non saperlo, ci sarebbe Zanetti, ma forse non ha le capacità comunicative per trasmetterlo o forse andrebbe coinvolto di più. Una base di giocatori italiani sicuramente aiuterebbe. Ne riparleremo.