Mancini trova le parole giuste dopo la sconfitta con l’Udinese, “sono incazzato nero”, dice, e aggiunge “nel primo tempo dovevamo essere sul 2-0, 3-0, nella ripresa ci siamo slegati”. Io però non soppravaluterei troppo il buon primo tempo visto ieri. Nel primo quarto d’ora la gara è stata equilibrata, il primo tiro in porta arriva al 20′, è la traversa di Kovacic. Dopo di questa l’Inter prende il predominio territoriale, l’Udinese è schiacciata, ma non è un dominio di gioco, la seconda occasione la crea ancora Guarin e c’è il gol di Icardi, siamo al 44′. L’Udinese non riesce ad uscire dalla propria metà campo perchè nella fase di transizione subisce il pressing immediato dell’Inter, Medel è sempre sul punto, ma anche Nagatomo e Dodò sono bravi a stringere sull’interno e a chiudere l’Udinese in uscita. Quindi pressing e difesa alta con Di Natale sistematicamente in fuorigioco sono le note positive del primo tempo, ma per il resto c’è ancora molto da lavorare. E sulla ripresa c’è molto da riflettere, l’Inter smette di pressare immediatamente appena l’Udinese riparte, Dodò e Nagatomo non fanno più quel lavoro, tanto meno Kuzmanovic, Kovacic e Guarin; Medel non prende più tutte le seconde palle, Kuzmanovic e Guarin giocano in anarchia spesso all’altezza delle due punte e non rientrano, Kovacic cammina e il centrocampo salta. Dall’altra parte invece viene fuori il centrocampo dell’Udinese, Guilherme scherma Kovacic e imposta una regia sottile e intelligente, Badu ha gamba e fa legna, Widmer inizia a correre e la catena Dodò-Kuzmanovic frana, dall’altra parte Allan salta in scioltezza Nagatomo, Guarin non c’è mai in fase difensiva e Pasquale ha campo a volontà. Sull’1-0 l’Inter non conclude due contropiedi e ha un’occasione con Jesus su calcio d’angolo. Ma l’Udinese ha tre occasioni con Di Natale sull’1-0 e due clamorose sull’1-1. C’era decisamente da correre ai ripari, un onesto Obi avrebbe potuto aiutare di più rispetto ad un Kuzmanovic votato ossessivamente all’attacco e inesistente nel recupero palla e nel rientro. Sia chiaro, Mancini è stata la scelta migliore che si potesse fare, con Mazzarri avremmo perso 5-0, ma ieri molte cose non hanno convinto, a cominciare dal tenere in campo Dodò che ne stava combinando di tutti i colori. Campagnaro a destra e D’Ambrosio a sinistra potevano essere due scelte magari meno offensive, ma più affidabili. Il Mancio poi è tornato al 4-3-1-2 ascoltando i suoi critici, ma aveva ragione lui, il 4-3-3 (4-5-1) o il 4-2-3-1 (4-4-1-1) garantivano una maggiore copertura degli spazi. L’impressione che questa Udinese che non vinceva da fine Ottobre sia stata sottovalutata, c’è stata un po’ di presunzione, un’ipotesi corrobata dalla mancata reazione ai gol dell’Udinese, come se la squadra fosse sorpresa e pensasse di aver già vinto la partita.
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Diciamo che Mancini comincia a rendersi conto adesso dei pregi e limiti dei singoli. Anch’io pensavo all’inserimento di Obi. In allenamento si constata poco la reale ed effettiva consistenza dei calciatori: la gara è l’esame vero. Ma adesso ci troviamo in un
cul-de-sac… Non si doveva rinnovare il contratto a Mazzarri, ed andava preso il nuovo allenatore a giugno. Quindi abbiamo regalato un girone d’andata come minimo. Sulle due facce della squadra tra il primo e il secondo tempo, rilevo che il vero cambiamento è arrivato dopo quasi un quarto d’ora del secondo tempo. Nei primi minuti abbiamo esercitato una certa spinta che poteva portare al goal. Ma è bastato che l’Udinese cominciasse a pungere con ripartenze efficaci, la squadra è ricaduta di colpo nell’insicurezza, come se fosse attanagliata da una paura misteriosa…ed hanno cominciato a balbettare, a disunirsi…e questo ci fa capire che germe angoscioso si è impadronito dei ragazzi…Praticamente è come se fossero nello sbandamento più totale…Cio’ ci fa dedurre che il lavoro da affrontare è enorme: oltre a ridefinire schemi e tattiche, qui bisogna lavorare nella testa in modo impressionante. Non si tratta solo di sbagliata preparazione atletica (che è stata letteralmente sbagliata),ma bisogna ricominciare totalmente dall’inizio anche sotto l’aspetto tattico. Ma, questo problema, secondo le piccole esperienze avute nel passato da dirigente di una squadra minore (interregionale: anni ’80),si risolve mediante una grande personalità a centrocampo che oggi non abbiamo. Un campione capace di guidare i ragazzi in campo, sia da un punto di vista tattico che psicologico. E in difesa sarebbe persino bastata la personalità di un Materazzi. Ma non li abbiamo. O almeno in difesa si pensava a Vidic ma per il momento è fallito. Se recuperasse sarebbe già qualcosa. Poi, a gennaio, almeno due calciatori vanno presi: un esterno (Cerci o quel Konopljanca del Dnipro) Ed una mezzala o trequartista coi fiocchi. Ecco, mancano personaggi di questo spessore. In difesa abbiamo anche D’Ambrosio che andrebbe sfruttato meglio, nonchè lo stesso Andreolli.Il problema è che quando le squadre si costruiscono bene, anche con giocatori normali, il rendimento buono è scontato. Sampdoria, Genoa e altre insegnano. Purtroppo, noi ci ritroviamo gente senza testa, Medel, M’Vila e altri. Mazzarri ha pensato solo alla corsa…ma la testa è fondamentale. Noi possiamo permetterci solo Guarin, solo per la potenza e l’estrosità, ma gli altri devono avere il cranio pensante: palle comprese!