Cari amici, quello a cui stiamo assistendo è un campionato veramente strano. Siamo partiti con cinque vittorie di misura, tutte risicate, tutte più o meno sofferte, ma dove c’era una squadra unanimemente definita solida e dove la quadratura del cerchio sembrava già trovata. Ci sono poi state situazioni strane o particolari, come la pesante sconfitta casalinga con la Fiorentina, ma più o meno fino a metà dicembre questa squadra ha macinato risultati, pur senza brillare sul piano del gioco. Individuerei due figure in particolare, che simboleggiano invece la contorsione a cui abbiamo assistito dal 20 dicembre in poi, quando l’Inter cadde in casa contro la Lazio nella maniera più inaspettata e sconcertante, e ricordo che stiamo parlando di una squadra che era prima in classifica. Queste due figure sono Felipe Melo e Jovetic, due giocatori che erano stati protagonisti nei primi tre mesi di campionato e che poi da quella partita sono diventati due reietti. (Prosegue sotto)
Due giocatori fortemente voluti da Mancini in estate, ma che con il tecnico devono aver in qualche modo rotto in quel fatidico ultimo turno di campionato prima di natale. Un’altra cosa sconcertante è l’ultima partita a cui abbiamo assistito, dopo un mese dove sembrava si fosse usciti dalla crisi, una partita che ha compromesso la stagione, almeno sul piano delle speranze Champions, che poi era l’obiettivo stagionale. Come si possa perdere in casa con il Torino in questo modo è davvero incredibile, ma è tutto il campionato che risulta allora illogico. C’è qualcosa che fa sì che a un certo punto vada tutto all’aria. Nel 2012 l’Inter di Stramaccioni iniziò con otto vittorie consecutive, vinse allo Juventus Stadium e qualcuno, anche incautamente, si spinse a paragonare il tecnico romano a Mourinho. Poi il tracollo, già precedente allo stillicidio di infortuni che indubbiamente influì. L’anno dopo con Mazzarri ancora una volta l’inizio fu buono, ma poi ci si perse di nuovo, pur racimolando un quinto posto finale. E quest’anno la storia si è ripetuta, illusioni iniziali e poi sempre quelle sconfitte casalinghe che fanno cadere il castello. La voglia di mandare tutto all’aria è forte, anche rispetto ad un allenatore che prima ha voluto Shaqiri e Podolski, poi li ha liquidati per Jovetic e Ljajic, e ora si appresta a mandare a casa anche questi due. Ma non bisogna buttare anche quello di buono che c’è stato, l’ennesimo cambio, l’ennesimo anno zero rischia di essere controproducente. Forse allora è meglio ripartire da un progetto bene o male già avviato, in attesa di risposte concrete già nelle ultime sette giornate che ci attendono.