E’ il trionfo del 4-2-3-1. Tra le big d’Europa ormai quasi tutte adottano questo modulo di gioco. Lo hanno confermato il Borussia Dortmund, il Manchester City, il Liverpool e l’Arsenal, ma non poteva che adottarlo anche il nuovo Chelsea di Mourinho, ma persino il Manchester United del dopo Ferguson ha ormai abbandonato lo storico 4-4-2 ed anche Ancelotti per la sua nuova avventura al Real Madrid ha lasciato il suo rombo di centrocampo per passare al 4-2-3-1. Rimangono fedeli al 4-3-3 le squadre di area guardiolana, il Barcellona e il Bayer Monaco, e il PSG di Blanc, mentre Villas Boas nel derby con l’Arsenal ha schierato un poco convincente 4-1-4-1 per poi tornare a partita in corso al 4-4-2. Inutile dire che nel nostro campionato, infarcito di bidoni sudamericani, cariatidi e gioco provinciale, quasi tutti adottano il 3-5-2, per non dire 5-3-2 e nessuno gioca col 4-2-3-1, che da noi aveva avuto un momento di fortuna con il passaggio di Mourinho in Italia, tranne il Napoli di Benitez. Il Liverpool, il Chelsea e l’Arsenal lo utilizzano nella sua forma ideale per il contropiede, con i tre trequartisti che rientrano dietro la linea della palla pochi metri più avanti ai due mediani e poi ripartono in velocità. Giocatori come Oscar, Coutinho, Cazorla e Walcott sono ideali per questo gioco. E’ la rivincita dei trequartisti e delle ali brevilinee che sembravano in via d’estinzione negli anni ’90 del 4-4-2 muscolare. Ma serve anche un punta centrale che sappia fare reparto da sola, come Lewandoski o Giruod dell’Arsenal, più in difficoltà sembra il Chelsea con Fernando Torres, ma anche per una scarsa spinta dei terzini, il Bayern lo ha schiacciato nella supercoppa. Il City e il Real di Ancelotti lo interpretano invece facendo più possesso palla, mentre è in forte difficoltà lo United, zero gol con Chelsea e Liverpool, Young e Giggs non sono ideali per il contropiede, ne’ i due mediani Carrick e Cleverly sanno fare possesso palla, come sottolineato dal tifoso Bolt. Sarà declino per lo United? Vedremo.