Quando il tifo diventa fanatismo
Parliamo di una figura che credevamo estinta e invece sembra rinascere tra le pieghe dei social networks e la dimensione di quella che qualcuno qualche anno fa definì l’ultima frontiera dell’ideologia: Il tifo calcistico. Parliamo dell’integralista talebano, sottoforma di “tifoso”.
Caduti i grandi ideali alla fine del secolo scorso, ma in realtà non del tutto e abbiamo visto pronti a rinascere in forme più volgari e populistiche nell’ultimo decennio, ad ogni modo il tifo per la squadra di calcio rimane comunque un baluardo e un rifugio del totalitarismo. Sia chiaro, siamo tutti tifosi e tutti di parte, ma in questo caso parliamo del tifo “estremo”, non necessariamente degli ultrà, ma di chi esprime la propria fede in maniera intollerante e fanatica.
Quindi non solo e non tanto per chi vive il senso di appartenenza e di comunità per la propria squadra, ma al contrario per chi sbandiera il senso esclusivo e inquisitorio proprio di chi si autonomina il depositario di una fede ed è sempre pronto a recintare nel bunker le proprie credenze assolute contro ogni inquinamento e infiltrazione che macchi il purismo infantile del proprio credo.
Quindi se vogliamo l’esatto opposto della comunità e perciò del tifo, ma al contrario la setta e il microcosmo o comunque un tifo marginale, ma che pretende di zittire ogni voce critica o dissidente dall'”alto” di un’arroganza cattedratica e al tempo stesso di una demagogìa bullistica.
Niente di nuovo e tutto già visto, l’impressione è che però negli ultimi anni siano le “classi dirigenti” ad alimentare tutto ciò, allenatori in primis, ma anche dirigenti e proprietari di squadre di club tendono a coccolare sopratutto queste frange del tifo, che garantiscono un consenso facile, addomesticato e conformistico, che non dà noie e in fondo si accontenta del proprio servile orgoglio sbandierante piuttosto che del bene della propria squadra, che, non dimentichiamolo, passa sempre attraverso le ambizioni e i risultati, ma anche attraverso la verità contro la propaganda.