Com’era? Tre indizi non fanno una prova? O forse la fanno? Ieri tutti i principali quotidiani sportivi hanno parlato di un possibile ritorno di Thiago Motta all’Inter. Il giocatore e il suo agente hanno aperto all’ipotesi, ma discuteranno anche il rinnovo del contratto con il Psg, in scadenza nel 2016. Oggi l’italo-brasiliano ha 33 anni, è ancora nel giro della nazionale e titolare nella formazione parigina, anche se non saprei dire quali sono le sue condizioni fisiche e se sarebbe in grado di riprendere in mano le redini del centrocampo interista. Pochi giorni fa però mi è capitato di rivedere Inter-Milan 4-0 del 2009, esordio di Thiago Motta con la maglia dell’Inter. Un giocatore eccezionale, che cambiò i tempi di gioco al centrocampo nerazzurro, fino ad allora principalmente muscolare, e gli fece fare il salto di qualità che permise all’Inter di competere finalmente in Europa fino al Triplete. Un regista che gioca quasi sempre di prima e in verticale in una squadra abituata a giocare a più di due tocchi fu e sarebbe una manna. In quel derby trionfale l’impatto di Thiago Motta fu devastante, giocando in mezzo a Zanetti e Stankovic, con Snejder, Eto’o e Milito in chiave offensiva, Maicon a destra, Chivu a sinistra, Lucio e Samuel davanti a Julio Cesar. La formazione perfetta. Nel gennaio 2012 Ranieri supplicò la società di non cederlo, considerandolo un elemento insostituibile, ma la frittata fu fatta e fu da allora che iniziò il declino della squadra nerazzurra, continuato con le cessioni di Julio Cesar, Snejder e Maicon nei mesi successivi. Ora vedremo se ci sarà spazio per un clamoroso ritorno, la disponibilità del giocatore e entourage pare esserci.
8 commenti su “Il ritorno di Thiago Motta e un po’ di storia dell’Inter”
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Ma x favore oltre ad avere 33 anni è un calciatore sopravvalutato e di una lentezza imbarazzante e ormai a fine carriera.
Non ci sono in Europa,in sud america o anche in Italia dei giovani validi da acquistare?
Per costruire squadra competitiva ci vogliono competenza,conoscenze e idee!
Motta l’ho visto quest’anno qualche partita al Psg e mi sembra un giocatore ancora su buoni livelli (a parte i soliti malanni fisici). Però devo dire che è tutta l’impostazione del prossimo mercato che non mi convince per nulla.
Ho la sensazione che Mancini voglia provare a prendere giocatori sopra i trent’anni del grande passato ma in calo fisico evidente (stile milan di qualche anno fa) per provare da subito a puntare a vincere lo scudetto.
Il grosso problema è che sicuramente si sacrificheranno i giovani più promettenti come Kovacic che sarà quasi sicuramente ceduto.
La società inter avrebbe dovuto puntare già da più di un anno su Kovacic come faro del centrocampo. Invece cosa hanno fatto? Hanno preso (molto presunti) grandi giocatori come Hernanes, Shaqiri e Brozovic che non hanno combinato nulla anzi, sono serviti solo a tarpare le ali al talento croato chiudendoli ancora di più spazi.
Abbiamo visto domenica le prestazioni imbarazzanti dei tre sopracitati e io continuo a farmi la stessa domanda, ma Kovacic è più scarso di quei 3? (per non parlare poi Guarin)
Ho la sensazione che la risposta la avremo l’anno prossimo (in stile Coutinho) quando giocharà titolare nel liverpool o in un’altra grande squadra. Bisogna solo dargli fiducia, non come fa Mancini… gioca abbastanza bene una partita e poi la successiva lo lascia fuori. Gioca bene o gioca male avrebbe dovuto schierarlo minimo dieci partite di fila per poter esprimere un primo giudizio parziale sul giocatore. Ma ormai penso che sia troppo tardi…
Chiamatemi pazzo ma se dovessi scegliere fra la cessione di Kovacic a 30 milioni e l’operazione complessiva di Tourè che si aggira intorno ai 40 milioni (fra cartellino e ingaggio) non avrei alcun dubbio! Lascerei perdere Tourè e confermerei Kovacic dandogli in mano le chiavi del centrocampo nerazzurro.
Motta è il solito Motta, se lo vuoi adesso mi chiedo perche hai smesso di volerlo prima.. Poi lui e Tourè cent’anni in due.. Anzi, cent’anni in duè 🙂 Cmq Shaqiri al Bayern giocava poco ed ha voluto andarsene.. Podolski all’Arsenal. Guarin giocava poco prima era a un passo dall’addio. Kovacic è l’unico che non gioca e gli va bene? Dietro le quinte chissà che accade..
Tourè? Motta? Ma per favore. Occorrono centrocampisti veloci nel pensiero nelle gambe e che entrino anche loro in area a fare goal , laterali che sappiano saltare l’avversario e mettere i compagni in grado di segnare, difensori veloci che a ogni contropiede non diventino delle belle statuine. L’Inter è troppo lenta nelle ripartenze e troppo lenta a ricoprirsi. Kovacic e Guarin insieme non possono giocare, Kovacic tecnicamente è bravissimo ma in campo non sa cosa fare e si addormenta, probabilmente in futuro diventerà un grande giocatore ma per ora è una promessa e se non si sveglia tale resterà, il confronto con Coutino non regge, altra fisico e altra modalità di gioco,Guarin fa un paio di spunti eccellenti e poi sparisce senza continuità non serve, giocatori come Medel in serie B se ne trovano a decine basso costo aquisto e basso costo stipendio. E per finire, basta comprare giocatori destri per farli giocare a sinistra e giocatori sinistri per farli giocare a destra, troppi fuori ruoli, vedere Nakatomo, D’Ambrosio e Santon. Ma con che criteri vengono ingaggiati?
La tanto sbandierata programmazione dei giovani fatta dallo stesso Thohir che fine ha fatto? Mancini, oramai è acclarato, non conosce più il calcio italiano. Quando Mazzola smise le vesti di calciatore incominciando il lavoro da manager, fece comprare Altobelli e Beccalossi dal Brescia in serie B; stessa storia con Zenga dalla Sambenedettese, anch’essa serie B; prese Ferri e Bergomi dal vivaio…nel giro di poco tempo vinse lo scudetto. E dopo qualche innesto eccellente, arrivo’ lo scudetto dei record con il Trap. Mazzola dimostro’ che anche senza soldi, se sai individuare un talento, anche se milita in serie minori, si puo’ arrivare ad allestire un’ottima squadra. Poi c’è un altro aspetto che non si valuta abbastanza: l’identità. Mi spiego: Il calcio è come il palio, è fatto di tante componenti simboliche da cui non si puo’ prescindere. Nell’Inter non esiste un gruppo identitario: nè nella società e nè nella squadra. Un gruppo che ne è guida spirituale e tecnica, capace di imporre comportamenti e che sappia suonare squilli di tromba quando ne è necessario. Alla Juve, tanto per citare un esempio: esiste il nucleo Buffon, Pirlo, Chiellini, Marchisio, se vogliamo lo stesso Barzagli, con una società forte alle spalle…gente che quando arriva qualcuno dall’esterno sanno imporgli comportamenti e suonare la sveglia se ne è il caso. Arrivano ad integrarli nello spirito comune inventanto slogan verso avversari per cimentare il gruppo. Persino Lucio sparlo’ contro l’Inter quando passo’ alla Juve. All’Inter questa componente non esiste, non ci sono giocatori adatti e ne tantomeno nella società. Potrebbe essere Zanetti, ma non è il tipo: lui fa solo la bella statuina con frasi scontate. Non mi meraviglierei di una sua carriera politica in Argentina: in ogni circostanza rivendica la sua “argentinità”, cosa che nel passato non faceva mai, anzi si definiva molto italiano come ebbe modo di scrivere in un suo libro. Percui, all’Inter, nella squadra, non c’è un gruppo capace di imporre una regola, un impegno, un’identità ai vari giocatori che arrivano: tutto è precario, fluido…inconsistente. Quante volte abbiamo detto, se Ranocchia o tizio, caio, se fosse alla Juve sarebbe diverso? Proprio per quello che vado formulando. E all’Inter c’è anche un’aggravante: avendo giocatori in prestito che non sanno se restano, tutto diventa passeggero, aleatorio. Ecco perchè abbiamo degli alti e bassi in continuazione. Non è il solo motivo ma ne è abbastanza. Una squadra non puo’ funzionare in queste condizioni. E cio’
comporta anche una sfiducia a chi dovrebbe venire all’Inter. Ormai siamo visti non solo come una squadra mediocre, ma anche come una società di basso livello. Per questo mi auguravo che la notizia sulla cordata, apparsa poco tempo fa, fosse vera. Ma non è detto: puo’ darsi che se il prossimo anno saremo nelle stesse condizioni, Moratti non ci faccia qualche sorpresa. Nella clausola ha sempre tre anni di tempo per riprendersi l’Inter.
La programmazione sui giovani erano le solite balle che questa dirigenza puntualmente ci rifila! Stiamo facendo l’esatto opposto!
Non è pensabile arrivare a Tourè senza cedere i nostri giovani talenti (Kovacic o Icardi, penso al 90 per cento il croato sarà ceduto).
Nestore, vorrei sapere il tuo parere su questa politica della società (mi correggo, di Mancini) di puntare sulle vecchie glorie stile Tourè e Motta che, se va proprio di lusso ti possono fare ancora due anni su buoni livelli.
Si punta a vincere lo scudetto? Tutto da dimostrare che con questi innesti saremo competitivi già dalla prossima stagione.
Invece che spendere soldi per giocatori ormai al tramonto della carriera preferisco tenermi i giovani buoni, risparmiare soldi per ingaggi monstre e puntare su altri giovani bravi che siano italiani o stranieri.
Purtroppo l’esempio di una programmazione fatta in maniera perfetta ce lo ha dato la juve ieri sera. A parte i migliori giovani italiani che ha in giro nelle varie squadre di A e B, ieri sera abbiamo visto titolare in Champions Sturaro che ha fatto un figurone. Ha fisico, gamba e una buona tecnica.
Complimenti alla juve che ha veramente una rete di osservatori molto valida che, sul mercato italiano, è indiscutibilmente la numero 1.
TIME, ti confesso che non sono contento. Non condivido la programmazione, ma, come sempre, considerando gli imponderabili misteri del calcio, spero di sbagliarmi. Ma quanto mi brucia, vedere noi che abbiamo avuto, in questi ultimi anni, i migliori giovani non vederne nessuno in campo. Per questo benedissi l’iniziativa Moratti con Strama anche se doveva fare esperienza; pensavo potesse essere un nuovo Ferguson. Ma sappiamo come è andata, c’è stato il boicottaggio da parte di qualche “vecchio” che non si volle arrendere, e, da cui, lo stesso Moratti, nonostante avesse visto giusto, ebbe la forza di contrapporsi proseguendo nella scelta. Il cuore per i senatori prese il sopravvento. Poi arrivo’ Mazzarri che non dimostro’ la giusta personalità per un club come l’Inter. Ma anche oggi ho avuto modo di notare che abbiamo dei ragazzi straordinari, non scrivo i nomi non conoscendoli bene ma sono molto bravi. Io, tanto per restare in linea, farei continuare a giocare da titolare Gnoukouri. Devi dargli continuità. Farei esordire qualche altro giovane, fargli fare esperienza…un giovane che si afferma, economicamente, vale più di una Europa league. Poi, caro TIME, ti ripeto quanto scritto nel commento precedente: non abbiamo identità; e non ci sono personaggi adeguati sia in campo che in società a imporla. Chi non afferra questo concetto non capirà mai fino in fondo l’essenza del calcio. Come vedi, io parlo spesso del passato, e non è per un fatto “pateticamente nostalgico”, ma per dare identità ai più giovani attraverso la conoscenza storica. Io, da ragazzo, mi sentii ancora più legato all’Inter, quando scoprii i soggetti e le motivazioni che furono alla base della nascita. Un gruppo di uomini di artisti e di cultura. La scoperta mi dette una felicità immensa. E’ come una “costituzione” identitaria, in cui, ogni tifoso dovrebbe ispirarsi. Altrimenti siamo come gli altri. Allo stesso modo tutto il curriculum, la storia degli uomini, calciatori e quanto avvenuto “politicamente” attraverso le competizioni e le federazioni. Ad esempio, io avrei tenuto in azienda gente come Zenga che è fortemente identitaria. Un periodo abbiamo avuto Oriali, che all’inizio ha fatto anche degli errori ma poi diventanto sempre più efficace. Certe cose contano. Le identità forgiano anche le personalità; sociologicamente, nel gruppo, diventa leone anche l’insignificante. Un Kovacic ha bisogno anche e forse soprattutto di questo. Una partita di calcio per me è come una rivoluzione; per dirla alla Mao, non è un pranzo di gala.