Inter-Juve forse aveva suscitato troppe attese, alla fine la delusione che è serpeggiata in coda ne è la logica conseguenza. Ma è stata una partita accesa, con duelli in corsa e scintille, ma anche qualche giocatore in ombra. Valeri ha complessivamente arbitrato bene, con qualche errore nei singoli casi, ma decidendo di estrarre subito i cartellini gialli per calmare le acque, lasciando poi correre e facendo giocare nella fase centrale della partita, tornando ad ammonire nel finale. Il carattere è stato a tratti quello tipico di Inter-Juve, forte e incandescente, sulla qualità c’è ancora molto da lavorare. Gli unici due che hanno provato a fare la differenza sono stati Jovetic e Cuadrado, ma a conti fatti hanno avuto la meglio i difensori. Molte critiche sono piovute su Icardi per la sua scarsa partecipazione alla manovra, ma il giocatore ha sempre avuto questo atteggiamento, non si capisce perchè fare finta di niente se segna e sottolinearlo solo quando non segna. I compagni lo hanno cercato con tre-quattro cross e un paio di lanci in profondità, ma è sempre stato sovrastato dai difensori. Sottotono anche Felipe Melo, che ha fatto un richiamo di preparazione durante la sosta che sembra averlo rallentato e ingolfato. Troppo timido Santon, basso e rinunciatario, non ha quasi mai servito e accompagnato Brozovic. Anche Jesus è salito poco, ma aveva di fronte Cuadrado, mentre l’ex Newcastle aveva di fronte i flemmatici Evra e Pogba. Non si capiscono invece le insufficienze a Brozovic, calato nella ripresa come tutta la squadra, ma che nel primo tempo era stato tra i più vivaci, con due cross pericolosi, un angolo conquistato e un lancio pregevole. In sostanza abbiamo visto due squadre lontane dal sogno tricolore, ma l’Inter può vantare la porta inviolata in cinque partite su otto, un attacco che può solo migliorare, però Napoli-Fiorentina del pomeriggio è apparsa di un altro livello, sia per gioco di squadra, sia per qualità dei singoli. Alla fine Mancini ha giocato per il pareggio, d’altronde considera la Juve più forte, classifica a parte, e l’obbiettivo era non farla risalire. Inutile nasconderlo, il pareggio ci sta bene, il nostro obbiettivo è il terzo posto.