Nelle prime tre giornate direi che chi ha più conquistato i tifosi è stato Campagnaro, i più acclamati dalla critica sono stati Jonathan e Alvarez, ma il giocatore realmente più decisivo è stato Palacio. I giocatori cresciuti esponenzalmente sono stati Ranocchia e Jesus, mentre Guarin e Cambiasso hanno toppato questo inizio di stagione e Nagatomo è l’uomo dei secondi tempi, Taider è l’emergente e Icardi è il killer della Juve. Kovacic è il grande atteso. Inutile sdilinguirsi sulle doti di difensore di Campagnaro, quello che va rimarcato sono le sue capacità di partecipare alla manovra, è un difensore in grado di far partire un contropiede e di impostare l’azione, fondamentale per un laterale della difesa a tre. Di Jonathan e Alvarez è stato detto di tutto, troppo ghiotta l’occasione per i media di raccontare la favola dei brutti anatroccoli perseguitati da quei cattivoni dei tifosi interisti, i “più freddi ed esigenti” d’Italia, e poi acclamati come due figliol prodighi. Al netto dell’enfasi possiamo dire che Jonathan è sembrato un campione con il Cittadella, un buon giocatore con Genoa e Catania ed è sembrato Jonathan con la Juve. Alvarez grazie a Mazzarri ha capito che in Italia un attaccante deve anche difendere, in fondo lo faceva anche Eto’o. Ha segnato un gol, sullo 0-2 a Catania, un assist e ha giocato bene sopratutto con la Juve, il che è un’ottima cosa. Cosa dovremmo però dire di Palacio, ha segnato due gol, un assist e partecipato all’azione di altri due gol. Stiamo tornando una squadra normale, e dopo esser stati un’armata brancaleone, questo alla fine viene salutato come un miracolo.