La partita di ieri è stata un nuovo capitolo tra due nerazzurre molto diverse, la storica regina delle provinciali da una parte e la nobile del calcio italiano dall’altra. Eppure ieri abbiamo assistito ad un paradosso. La squadra provinciale ha fatto la partita, mentre la grande che giocava in casa ha giocato di rimessa. D’altra parte bisogna fare i complimenti a Colantuono, il quale ha evoluto il suo storico 4-4-1-1 in un mouriniano 4-2-3-1, con un playmaker come Cigarini davanti alla difesa (quello che a Napoli non trovò spazio a causa di un certo allenatore allergico ai giovani e alla qualità in mezzo al campo) a fare il Thiago Motta della situazione, affiancato da un interditore come Carmona, due ali pure e alte alla Estigarribia e Bonaventura, il quale quando l’azione si svolge sull’altro lato taglia verso l’area come faceva Eto’o, infine un trequartista (Moralez) e una punta di peso (Denis). Mazzarri ha schierato una formazione molto più difensiva, con ben tre difensori centrali, due terzini bassi, che non hanno quasi mai attaccato per tutto il primo tempo, un incontrista che si crede Iniesta, due mezz’ale, un trequartista-ala a sfiancarsi tra le linee e una sola prima punta, piuttosto abbandonata a se stessa. Davvero con un atteggiamento tattico del genere è solo per sfortuna che abbiamo perso? E’ vero che l’Inter ha preso una traversa alta con Guarin, ma anche Denis ne ha presa una, poi c’è stato il palo interno di Palacio davvero sfortunato, ma la traversa di Jonathan e il palo di Icardi presi da quelle posizioni sono due errori madornali, la sfortuna non c’entra niente.