La prostituzione intellettuale dei mass media a favore di Spalletti, il valore della rosa dell’Inter, il masochismo della società Inter
L’Inter è in Champions League. Al termine di questa stagione ho stappato una bottiglia di spumante (il prosecco lo lascio ad altri), sei anni fa mi trovavo a San Siro ad assistere all’ultima partita dell’Inter nella lega dei campioni contro il Marsiglia. Feci molte foto, immortalai gli eroi del triplete nell’ora del crepuscolo e mi chiesi perchè andavano così lenti. Era la fine di un’epoca ma nessuno pensava ci sarebbe voluto così tanto tempo per risentire la musichetta della Champions.
Oggi l’Inter torna in coppa dei campioni e siamo tutti contenti, però non tutti sono stupidi e scambiano lucciole per lanterne. Questa squadra era da terzo-quarto posto e tale è arrivata. Nessun miracolo, nessun profeta, nessun condottiero. Anzi, forse era da qualcosa in più, giocatori come Skriniar, Cancelo, Rafinha, Karamoh e tanti altri sono stati sottovalutati. Mancini arrivò anche lui quarto ed era un “pirla”, però diceva che con questo gruppo più un paio di innesti ci vinceva lo scudetto, invece per Spalletti erano “senza qualità”, “senza carattere”, una strategìa mediatica per prendersi tutti i meriti e scaricare le colpe su società, giocatori e la fortuna di un regolamento cambiato, che ora permette anche ai quarti di andare nella competizione principale europea. Perchè nessuno lo dice?
Intendiamoci anche su una cosa, la Lazio meritava la champions, per gioco espresso nel corso del campionato e anche per quello visto negli scontri diretti, ma questo non vuol dire sminuire i meriti dell’Inter, chiunque non abbia il cervello di un bambino di terza elementare lo capisce. L’Inter ha meritato sul campo la qualificazione e io sono contento per chi ha sofferto in questi anni, dai tifosi (quelli veri, quelli di sempre, non i leccaculo e i burocrati), ad un Handanovic, ad un Ranocchia ed anche perchè no un Nagatomo, tutti quelli che hanno dimostrato attaccamento alla maglia al di là del loro valore calcistico e non personalismi, tutti quelli che hanno anteposto l’interesse del club all’interesse personale. Tra questi non c’è di certo il Dio di Certaldo, che ha sparato a zero per tutto l’anno su proprietà, dirigenti, giocatori, e che solo per un masochismo misto a non conoscenza verrà riconfermato.
Scrive il Corriere della sera, uno di quei tanti giornali che da “prostituta intellettuale” è diventato improvvisamente autorevole e che in questi giorni sembra la fanzine dello spallettismo (così come gazzetta, corriere dello sport e tanti altri): “Spalletti è l’uomo dei miracoli, al plurale (sic!). Ha riportato l’Inter in champions, ma prima le ha fatto il lavaggio del cervello per fortificare il carattere. Gli hanno detto una formazione non all’altezza delle rivali: è stato tecnico, comunicatore, capopopolo.” Sì, questo è vero e proprio lavaggio del cervello da parte di un giornale un tempo organo della borghesia liberale milanese e oggi marionetta del populismo politico e calcistico. Il lavaggio del cervello è quello che hanno fatto ai tifosi interisti nel dipingere un quarto posto strappato per i capelli (e sia chiaro, evviva!) per il nuovo Triplete. Non siamo tutti gonzi.