Calcio moderno o collettivista?
Si dice che in passato c’era il calcio difensivista, il catenaccio, il calcio rinunciatario, ma sarà proprio così? In realtà nel passato difendevano in quattro, il difensore marcatore, il libero, un terzino e il mediano, rientravano l’altro esterno-terzino e le mezz’ale, per il resto trequartista e i due attaccanti erano liberi. Poi con il calcio collettivista si è difeso in undici e attaccato in undici, ma la fase difensiva prevale sulla fase offensiva a differenza di quello che si può credere, il 4-4-2 e il 4-3-3 infatti impone di stare tutti in linea, di rientrare tutti, è il calcio totalitarista, che ti impone di obbedire facendoti credere di essere libero di attaccare, ma in realtà devi allinearti.
Chi sa dribblare invece viene messo in fascia, perchè nel calcio attuale secondo gli allenatori si può saltare l’uomo solo in fase di esterno alto, ma in quella zona basta congegnare da parte degli avversari un raddoppio di marcatura per annullare il fantasista. Si vedano i Perisic, i Kvara, i Leao, gli Insigne, che dopo un pò tutti sanno come fermarli, raddoppiandoli. Se salti l’uomo invece centralmente certo rischi di più il contropiede avversario, ma è più difficile raddoppiarti e crei uno squarcio vero tra le linee e quindi presupponi l’occasione plurale per un assist verticale, uno smistamento in fascia o un tiro dalla distanza. Ed è qui che il calcio “offensivo” si dimostra difensivo, non salta l’uomo centralmente per paura del contropiede, quindi è molto rinunciatario per motivazioni difensiviste.
Tra i grandi dribblatori del nostro campionato mi pare solo Cuadrado ha perpetuato le sue perfomance negli anni, senza diventare prevedibile, ahinoi si è infortunato, ma solo grazie alla capacità di beccarsi il fallo con alcune cascatine. Perchè alla fine ti riduci a questo, prenderti il fallo sul dribbling e conquistare la punizione. Che bello invece se i fantasisti venissero messi di nuovo al centro.