Il compitino non basta

brozovic icardiL’Inter perde con la Juve e compromette la corsa all’Europa interrompendo una striscia positiva durata sette giornate. I giornali non si fanno scappare l’occasione di sottolineare come in campo ci fosse la Juve B, dando contorni umilianti alla caduta dei nerazzurri. Non credo che sia andata così però, alla Juve andava benissimo il pari e a questo fine ha giocato, trovando in regalo due gol frutto dei limiti tecnici e dell’approssimazione dei giocatori interisti. Se il primo gol è causato dalla collaborazione Medel-Vidic, il secondo gol vede protagonisti in negativo Ranocchia, Medel, Jesus, D’ambrosio, Vidic e infine Handanovic. Una frittata da guinnes dei record con molti cuochi, che è meglio non finiscano nelle mani dei giudici di Masterchef.

Anche se è vero che Allegri ha creato molto con la mossa di mettere Morata largo a sinistra alle spalle di D’ambrosio e facendo uscire a vuoto Ranocchia, pure l’Inter ha avuto le sue occasioni, che Palacio e Icardi non hanno sfruttato, ma quello che colpisce è la lentezza e la monotonìa della manovra. L’azione ripetuta almeno una decina di volte vede Jesus interrompere la corsa all’altezza dell’area, tornare indietro e fare un retropassaggio a Kovacic, il quale, invece di illuminare il gioco, si rifugia nel passaggio orizzontale a Medel, che cambia gioco per D’ambrosio. A questo punto Brozovic va in profondità e detta il passaggio secondo uno schema Mazzarriano, ma lo scambio non si chiude, oppure uno dei due attaccanti viene a fare da sponda. Quando invece Kovacic riesce a verticalizzare per Shaqiri, questi spesso gli dà il pallone indietro, o tenta una velleitaria soluzione personale o sbaglia il passaggio. Il croato non riesce mai a trovare i due attaccanti. Il paradosso è che a volte è Medel che si prende la briga di mettere un pallone verticale o fare qualcosa in più del compitino, ma non ha la qualità, mentre l’unico a non fare sempre la stessa cosa e a cercare di dialogare con tutti è Palacio, che però non riesce più a mantenere l’intensità per 90 minuti. Quando Kovacic rompe la monotonìa ne viene fuori una grande occasione per D’Ambrosio. Ma perchè il croato gioca con così poca personalità?

nagatomo romuloNelle rare occasioni in cui la Juve si scopre e perde palla la transizione è lentissima, Kovacic e Shaqiri non si buttano in avanti. Quando poi Allegri passa al 3-5-2 si fa dura. Allora Mancini prova la carta Nagatomo bocciando ancora Shaqiri, arretrando Jesus che stringe con Vidic e Ranocchia, avanzando Kovacic alle spalle delle due punte, mettendo il giapponese a sinistra, lasciando Medel e Brozovic a gestire il centrocampo. Poi prova la carta Podolski togliendo Brozovic con il tedesco che va al posto di Kovacic, il quale riarretra a centrocampo. Allegri invece chiude con Romulo a destra accompagnato internamente da Sturaro, Padoin a sinistra accompagnato da Pogba, Marchisio in mezzo, Morata e Llorente in avanti e difesa con Barzagli a destra, Bonucci in mezzo e Ogbonna a sinistra.

L’azione del gol è inaccettabile, Ranocchia perde palla, poi D’ambrosio, Vidic, Ranocchia e Medel in quattro non riescono a rubare palla a Pogba, che appoggia per Morata, Medel esce in ritardo, Padoin riceve e crossa, Jesus libera male, Romulo controcrossa, D’ambrosio si scontra con Vidic, che rimette sui piedi di Morata, Medel e D’ambrosio non escono e Handanovic sbaglia l’intervento. Così vien voglia di dire tutti a casa. Ci sono giocatori non da Inter, altri sotto le attese e manca la personalità, ma il dato dice che questa squadra da febbraio è la terza forza del campionato dietro solo a Juve e Lazio.

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