Il contributo di Lupo alla finale di Champions
Il Chelsea campione d’europa
Autore: LUPO
Alla fine della Premier League avevo intenzione di fare alcuni commenti sul campionato nel suo complesso, ma dopo la finale di Champions sento più urgente parlare della vittoria clamorosa del Chelsea.
Certo, è una vittoria impensabile, indubbiamente non vinta dalla migliore squadra in Europa, ma è motivo di varie riflessioni. Il Chelsea era pochi mesi fa una squadra vecchia ed allo sbando, frutto dell’ennesima stagione di delusioni nonostante la continua profusione di denaro da parte di Abramovich, ricco quanto incompetente( i giornali inglesi parlavano di 1 miliardo di sterline in 8 anni).
Ma nelle ultime gare di campionato e soprattutto di Champions è stato affidato l’incarico di allenatore a quello che in Italia si definisce un traghettatore, un allenatore di seconda linea, persino poco apprezzato dallo stesso suo datore di lavoro da sempre affascinato dai grandi nomi, ovviamente molto costosi (gli è andata bene solo con Mourinho, ma anche lui è stato licenziato).
E cosa combina DiMatteo? Vince 4-1 con il Napoli, vince contro il Barcellona al Camp Nou e si presenta alla finalissima in casa del Bayern Monaco.
Parallelamente cosa combina l’astuto Abramovich? Contatta Capello proponendogli il ruolo di coach per il fututo: tutti i giornali hanno dato notizia di meeting tra loro ed anche dell’intenzione di rinunciare a Drogba tanto che si parla anche per lui di contratto con squadre cinesi. Tutto ciò PRIMA della finale di Champions, fulgido esempio di acume e signorilità. Ma cosa ti ri-combina Di Matteo, oltrettutto con quello stipendio così modesto?
Vince la finalissima , conquista la coppa di Champions che Abramovich rincorreva da 8 anni ed i tifosi del Chelsea in delirio intonano il coro “There’s only one DiMatteo” (sentito anche prima dell’incontro).
Non mi soffermo a commentare la partita perchè immagino vista da tantissimi, il Chelsea ha vinto con un sontuoso catenaccio, ha avuto fortuna mentre il Bayern ha sprecato molte occasioni, giocando in modo nervoso.
Alla fine però il Chelsea vince la prima Champions della sua storia e, ripeto, pur non potendo definirla la migliore rappresentante del calcio europeo. Vale allora la pena allora analizzare il perchè di tale successo.
Ritengo che l’inatteso e fantastico trionfo del Chelsea sia rimandabile principalmente a due persone: Drogba e Di Matteo. Non ho dubbi nel definire Didier Drogba come un fenomeno del calcio, ma non solo per le qualità di giocatore e questa finale e’ stata una perfetta sintesi delle sue grandi qualità. A 34 anni e forse alla sua ultima apparizione a livello internazionale sembra abbia voluto fare un fantastico show del suo valore atletico ed umano. Grandi doti di corsa, piazzamento, umiltà nell’aiutare la squadra in difesa,un
gol fondamentale in un momento topico, un rigore decisivo, ma soprattutto tanta
irruenza e tanti consigli ai compagni in costante difficoltà. Questi i valori tecnici, ma Drogba è un fantastico uomo di sport, un vero esempio per tutta la categoria. Mai si è visto un giocatore, un uomo, andare ad abbracciare e consolare gli avversari affranti per la sconfitta (probabile che si sia ricordato dei rigori da lui falliti con la nazionale di Costa d’Avorio), ma da ricordare sono la sua corsa e gli inchini di ringraziamento ai suoi tifosi.
Nella intervista concessa alla BBC ha poi semplicemente detto “Credo nel destino, Dio è meraviglioso”, ma soprattutto ha affermato “Voglio dedicare questa coppa a tutti i manager e giocatori che hanno giocato con me negli anni passati”. Semplicemente un grande signore.
Roberto Di Matteo è il secondo artefice del successo del Chelsea. E’ risaputo che ha preso una squadra allo sbando e che non godeva di grandi apprezzamenti; i giornali inglesi lo definivano come “interim manager”. A 41 anni e da allenatore precario ha lavorato prima di tutto di psicologia, capendo che la squadra non poteva reggere, sia tecnicamente che fisicamente, ciò che chiedeva Villas Boas. Quindi saggezza tattica, non disdegnando il catenaccio, ma puntando su grinta, orgoglio, cuore dei giocatori tanto che ha recuperato i cosiddetti senatori ormai accantonati: Lampard, Terry, Cole, persino Drogba. Anche lui, però, emerge per i suoi valori umani: sempre sereno, misurato, non ha mai prevaricato i
giocatori, molto umano e disincantato. Alla BBC dopo il tronfo ha semplicemente detto ” Il mio futuro non è importante. Accetterò e rispetterò la decisione del boss”.
Ma davvero Abramovich lo sostituirà con Capello, con quale coraggio? I tifosi hanno già deciso: There’ sonly one Di Matteo.
Insomma la vittoria del Chelsea ci segnala due cose:
1° Non basta la tecnica ,occorre anche cuore e valori umani-
2° Pensando a tanti tecnici superpagati c’è da chiedersi fino a che punto prevale la vera capacità rispetto al marketing e l’autoincensamento.
Come diceva un vecchio slogan: meditate gente! (ma l’Inter sembra abbia già
meditato scegliendo Stramaccioni).