Ieri abbiamo festeggiato il 22 maggio, il culmine del Triplete e di quei 17 giorni irripetibili. Ora l’Inter è impegnata a mettere i tasselli per un nuovo ciclo, ma che c’è di male a ricordare quella splendida nottata, per chi era a Madrid, per chi era in Piazza Duomo, per chi era in casa, per chi è andato a S. Siro ad aspettare gli eroi e li ha visti tornare con l’alba.
Due anni fa a quest’ora scrivevo:
“La squadra degli scarti del Real madrid (Samuel, Cambiasso, Sneijder) vince la coppa dei campioni e si laurea campione d’Europa nel mitico stadio Bernabeu di Madrid, con una partita tutta incentrata sull’asse centrale Samuel-Cambiasso-Snejder-Milito.
Il Bayer Monaco, squadra eccezionale che ha lottato fino alla fine e che meritava un gol, ha puntato tutto sull’ “anello debole” dell’Inter, Chivu, schierato terzino sinistro e nei cui paraggi attaccava il giocatore più forte del Bayer, Robben. Ma a conti fatti Chivu se le è cavata, grazie ai radoppi di Cambiasso e Zanetti anche. E quando non è bastato ci ha pensato Julio Cesar.”
E poi
“Sono tornato alle otto del mattino, alle 6 del mattino 60000 persone a S.siro a festeggiare con la squadra, irripetibile. poi ancora caroselli.
La notte ha colori meravigliosi, alba a S.siro con le parole del capitano. Javier era avvolto nella felicità.
“La Chiampions è un sogno, non un ossessione” aveva detto il nostro condottiero, che ci lascia giustamente per andare in un calcio più consono al suo valore. Ed è davvero un sogno essere in piena notte a S.Siro insieme a sessantamila tifosi giunti da tutta Italia ( e perchè no da tutto il mondo, come vuole la storia di una squadra italiana e internazionale), stremati e felici.
Ora vado a dormire solo perchè so che sognerò la nostra coppa dei campioni, altrimenti rimanevo sveglio.”
23 maggio 2010
L’addio di Mourinho