Idee per ripartire

La situazione del momento del calcio italiano

Riceviamo una gradita mail di Timetraveler, a cui rispondo sotto facendo altre riflessioni sulla situazione. Nei giorni scorsi ci ha riscritto Alfonso, aspettiamo tutti gli altri per irpendere il cammino insieme all’indirizzo Francesco@calciointer.net

Ciao Francesco, dopo aver letto il tuo articolo mi è partito spontaneo un applauso.. perchè è quello che penso anch’io… un governo di burocrati che prima tranquillizzava la gente con spot ridicoli (purtroppo x me indimenticabile il prode Mirabella e il mitico “il contagio non è affatto facile..) e poi improvvisamente ha chiuso la gente in casa x due mesi e mezzo instaurando un clima di terrore e caccia ai cittadini con elicotteri e droni.. semplicemente ridicoli! E adesso pensano che con la bacchetta magica l’Italia ripartirà? Col cavolo.. hanno fatto terra bruciata.. anche dal punto di vista psicologico la gente è distrutta e penso che ci porteremo dietro queste conseguenze x anni.. ma ti rendi conto che ci hanno fatto uscire con l’autocertificazione x 2 mesi? Io non mi sono mai interessato troppo di politica ma penso sia chiaro a tutti i danni incalcolabili che sta facendo questo governo e le conseguenze che ci saranno x il nostro paese nei prossimi anni.. e temo che il calcio non faccia eccezione! Adesso si parla di metà giugno x l’inizio del campionato ma è inutile fare programmi con questi personaggi alla guida del paese.. Mi dispiace non parlare di calcio ma non me la sento in questo periodo.. sinceramente non mi interessa più se riprenderà il campionato oppure no.. come hai detto conta molto di più x i lavoratori che ruotano attorno a questa industria ma in generale, fra i tifosi, a parte forse quelli della Lazio, noto tanta freddezza.. come se ci avessero portato via la passione x questo sport.. magari si ricomincerà e tutto tornerà come prima ma ne dubito fortemente! > Ciao a tutti> Enrico timetraveler

Caro Time, non abbiamo mai parlato di politica, ma è questo governo che sta entrando a piedi uniti nel mondo del calcio ledendo la sua autonomia, come succede nei regimi totalitari. Noto anche una freddezza e un grande disamoramento da parte dei tifosi. Credo di dover fare una premessa, il popolo italiano in questi mesi si è comportato in maniera eccellente e responsabile, venendo spesso pure bacchettato da improbabili commissari e politici. Abbiamo accettato una sospensione a tempo indeterminato delle libertà più basilari per salvare i nostri anziani e dal governo non abbiamo ricevuto nemmeno un grazie, ma sopratutto i comparti produttivi più colpiti non hanno visto nemmeno un euro. Si vada a vedere come a Taiwan, paese confinante con la Cina, hanno arginato e limitato il virus senza distruggere la democrazia, o si guardi anche al modello svedese. Purtroppo la maggior parte dei media sono filo-governativi, a cominciare da quelli presunti “alternativi” e “antisistema”. I tifosi hanno dimostrato grande responsabilità, smentendo lo stereotipo di gente fanatica che pensa solo al calcio e vive fuori dal mondo. Il calcio per i tifosi è una passione, spesso derisa, e magari dopo questa esperienza, si metteranno da parte polemiche a volte sopra le righe o eccessive tra rivali, ma anche all’interno delle stesse tifoserie, ci impegneremo anche noi in questo.

Tifosi interisti a Genova

Detto questo però non bisogna farsi sviare dalla demagogia e dalla retorica degli stessi ministri, che stanno dipingendo il mondo del calcio come un mondo fatto solo di privilegiati che possono permettersi il tampone, per distrarre l’opinione pubblica dalle proprie inadempienze, a cominciare dal fatto che sono loro che ritardano i tamponi e i test sierologici per la popolazione con la loro inefficcienza burocratica. Il calcio è una passione per i tifosi, ma ha un indotto di decine di migliaia di lavoratori, è quindi di fatto un’industria che non va distrutta per fare un dispetto al calciatore miliardario, mandando sul lastrico i lavoratori. Forse in questi anni anche una certa ostentazione social da parte di alcuni calciatori delle proprie proprietà, delle proprie pose da fotomodelli, delle bellezze che li accompagnano hanno creato un ulteriore distacco con molti supporters. Può essere in parte invidia, e questa andrebbe stigmatizzata, ma non solo, anche un senso di appartenenza che si perde da parte dei sempre più che soffrono economicamente e perdono potere contrattuale sul lavoro, mentre i calciatori di massima serie sembrano avere il coltello dalla parte del manico nelle trattative con i datori di lavoro, cioè i club di appartenenza. Io rimango comunque dell’idea che uno sport con miliardi di appassionati di conseguenza debba avere i suoi grandi campioni pagati lautamente, ma è anche vero che il monte stipendi dei grandi club oggi sfora il 50% delle spese di bilancio e quindi, non per pauperismo, ma per rispetto delle leggi di mercato forse in questi anni, tornando al potere dei procuratori, si è andati oltre. In America, patria dell’economia di mercato, ci sono tetti salariali nello sport, si potrebbe pensare anche qui, inoltre in un momento come questo i calciatori dei grandi club potrebbero fare un gesto che li riavvicinerebbe alle tifoserie con una decurtazione del 10% del loro stipendio, se non lo hanno già fatto.