Dodici vittorie e tre pareggi sono una realtà importante. Il primo posto in classifica è il giusto riconoscimento degli sforzi intrapresi. Però ci sono altre quattro squadre che viaggiano a questi ritmi. Non dimentichiamo che le romane hanno una partita in meno e sono lì, insieme a Napoli e Juve, che andiamo ad affrontare sabato. Ma quali sono i fattori di questo bell’inizio di campionato?
In un precedente articolo abbiamo parlato del fattore calci piazzati e del fattore Var, che è stato un elemento di giustizia sportiva in grado di restituirci rigori che non ci sarebbero stati mai dati negli anni scorsi. La forza fisica sui calci piazzati, invece, ci ha permesso di risolvere molte situazioni, sopratutto nelle primissime giornate, quando la struttura di gioco era ancora in fase di costruzione.
Ma nelle ultime partite sono emersi altri elementi. Innanzitutto l’atteggiamento dei terzini: Al momento rimandati gli iper offensivi e poco tattici Dalbert e Cancelo, si è optato prima con Nagatomo e poi con Santon a sinistra, mentre a destra titolare fisso è D’ambrosio. I due terzini coordinano sempre le discese, non attaccano quasi mai contemporaneamente, se uno scende l’altro stringe con i centrali, rimanendo comunque un po’ più alto e stretto per tamponare l’eventuale contropiede. In Inter-Sampdoria nel primo tempo i genovesi hanno tentato due contropiedi, uno bloccato da D’ambrosio e uno da Nagatomo. In fase di impostazione D’ambrosio si allinea sempre ai due centrali, mentre il terzino sinistro si alza a centrocampo per una sorta di 3-4-1-2. In fase di non possesso invece i due terzini stanno stretti vicini ai due centrali, diventano quattro centrali che difendono.
In generale la squadra è sempre stretta, anche le ali Candreva e Perisic in fase difensiva stringono dentro il campo allineati ai due mediani, mentre il trequartista pressa alto insieme a Icardi. Anche in fase di possesso la squadra è sempre stretta, se attacca a sinistra i destri stringono verso il campo e viceversa, per esempio nell’azione del 2-0 alla Sampdoria l’azione parte da destra e Perisic stringe talmente tanto il campo che alla fine decide di tagliare del tutto e va a inserirsi in fascia destra per l’allungo sul fondo che porta all’assist per Icardi.
Qualche anno fa nel calcio c’era la tendenza a occupare tutta l’ampiezza del campo, ora si gioca stretti. Non sempre è così ovviamente, quando Santon porta palla da sinistra, a volte Candreva si allarga tantissimo in fascia destra per ricevere il preciso cambio gioco del difensore, da qui è nato il primo gol a Cagliari e una situazione di pericolo in Inter-Chievo. Oppure in occasione del vantaggio sempre contro il Chievo, Borja Valero imposta da destra e Santon si allarga per ricevere il cambio gioco.
Quindi grande duttilità e varietà, ma la tendenza generale è quella di stare stretti e compatti, sopratutto in fase difensiva. Un altro aspetto è che l’Inter non subisce più contropiedi, lo abbiamo già visto a causa del lavoro dei terzini e dello stare stretti, ma anche per un altro motivo: Non siamo il Barcellona e qualche pallone lo perdiamo, qualche passaggio sbagliato capita, ma i trequartisti rientrano subito e operano sempre un primo pressing e contrasto immediato. Anche giocatori come Joao Mario e Brozovic, tendenzialmente anarchici, sono stati molto diligenti in questo nella gara con i clivensi.
Ricapitolando, lavoro sui calci piazzati, anche ovviamente in fase difensiva, dove l’Inter non subisce più gol, fattore Var, equilibrio tattico, con un terzino, ma anche un centrocampista che rimangono sempre in marcatura preventiva, dunque non si attacca mai con più di sei uomini, mentre nella prima giornate si era provato a occupare militarmente la metà campo avversaria con il tiki taka. Non mancano altri elementi, come la consacrazione in zona gol di Icardi, ma anche quella di Perisic, l’autostima accresciuta, diciamo che in questo articolo abbiamo affrontato gli elementi tattici apportati da Spalletti, ci sarà tempo per affrontarne altri, augurandoci che i risultati continuino ad arrivare.