Differenze classifica serie A
Cari amici, il divario tra la Juve e le altre squadre è aumentato rispetto alla stagione scorsa. Sono stato troppo perentorio? Forse sì, ma i numeri sono chiari: Dopo 16 giornate di campionato la Juve ha otto punti in più, il Napoli un punto in meno, l’Inter otto punti in meno, la Lazio dieci punti in meno, la Roma dodici punti in meno, la Sampdoria ha cinque punti in meno, il Torino ha un punto in meno, la Fiorentina ha gli stessi punti mentre Atalanta e Milan crescono appena di un punto e due punti. I numeri non mentono.
Dove vogliamo andare e cosa ci vogliamo raccontare? Luciano Spalletti dice che ha preso l’Inter a 29 punti dalla Juve e l’ha portata a 14 punti. Peccato che siamo alla sedicesima giornata e non alla trentottesima e di questo passo da qui alla fine la differenza salirebbe di oltre 30 punti. Ma chi è così ciula* da cascarci?
L’Inter quindi ha perso terreno rispetto alla stagione scorsa? I numeri dicono di sì e le cessioni di Rafinha e Cancelo lo certificano, ma la squadra non è scarsa, quello che è venuto a mancare è sicuramente, oltre ai due giocatori ceduti, l’apporto di due elementi come Nainggolan e Perisic, due totali delusioni almeno fino a questo punto della stagione e la differenza che avrebbe dovuto fare l’allenatore, che prende uno stipendio da top manager. Certamente la società ha le sue responsabilità, ma tutti sappiamo che è stato Spalletti a voler trattenere Perisic a fronte di offerte allettanti e a volere a tutti i costi Nainggolan con il sacrificio di Rafinha o Cancelo. Si può dire questa sacrosanta verità?
Eppure accendi la tv, vai sui social e sui siti ed è tutto un giustificazionismo, ultrà travestiti da giornalisti e militanti dell’Isis travestiti da interisti ti dicono che bisogna difendere Spalletti perchè “l’Inter si difende sempre e comunque”. Certo, l’Inter, mica Spalletti, è così difficile capire la differenza tra l’Inter e Spalletti o qualcuno è pazzo o in malafede?
Ma i grandi esperti di calcio e le avanguardie dell’interismo da caserma ti dicono che il tifoso medio ragiona con la pancia, si fa condizionare dalla stampa, ma attenzione perchè si sta facendo confusione. La scienza, la medicina, l’economia, la storia e financo la politica non sono democratiche, per parlarne bisogna avere una laurea o averle studiate, ma il calcio al contrario è democratico, non c’è bisogno di avere giocato in serie A o aver preso il patentino a Coverciano e certamente non lavorare a telecaciara per poterne parlare, basta aver visto un numero sufficiente di partite. Allora se uno pensa, magari dopo aver preso un grappino al bar, che chi non la pensa come lui non capisce di calcio evidentemente ha la maturità cerebrale di un bambino di terza elementare. D’altronde, se gli italiani non capiscono nulla di scienza ed economia, e questo è evidente, è chiaro che di calcio ne capiscono, senza il benestare delle macchiette di telecaciara e di allenatori con lo sguardo allucinato.
*Ciula in milanese vuol dire persona ingenuotta, sempliciotta.