Mancini si arrabbia, si sbraccia, parla con Sylvinho, poi si chiede perchè Kovacic non la passa mai. A fine partita però non si fa incalzare dall’intervistatore, se devo preoccuparmi per il trofeo Tim, sbuffa a chi gli chiede se è sereno. Un messaggio però lo manda chiaro, questa squadra avrà bisogno di tre, quattro, cinque giornate per cominciare ad amalgamarsi. Messaggio chiaro, la squadra è indietro, miracoli non se ne fanno, aspettatevi pure un inizio a rilento. E poi un messaggio chiaro alla società, Hernanes ala destra, improbabile ala destra, a dire fate presto a prendere Perisic o chi per esso. In campo invece la squadra non manda messaggi, se non quelli di sfiducia, molti giocatori sembrano non crederci molto, alcuni perchè prossimi all’addio, altri invece sembrano senza quella grinta necessaria quando s’indossa questa maglia. Non deve essere facile preparare una stagione con sette-otto giocatori sul piede di partenza, sei-sette nuovi da inserire, ma quello che preoccupa è la mancanza d’entusiasmo nei volti dei giocatori, vedere Palacio pressare in solitaria, il solo giovane Manaj giocare con personalità, la disunione in campo e sì, Mancini l’aria preoccupata ce l’ha.