Sono passati cento giorni dall’inizio del campionato. Cento giorni che potremmo suddividere in due parti. I primi cinquanta giorni e i secondi cinquanta. Nei primi cinquanta l’Inter vince sette volte e pareggia una, nei secondi cinquanta l’Inter vince cinque volte e pareggia due. Si potrebbe pensare ad una leggera flessione. E invece è vero il contrario. Basta guardare il calendario.
Ma non c’è solo questo, non c’è solo il fatto, dicevamo, che nelle prime giornate l’Inter affrontava impegni più abbordabili, mentre nella seconda parte di questo scorcio di campionato sono arrivati match più impegnativi. D’altronde la svolta, il cambio di marcia, si è avuto proprio con un pareggio, quello del 22 ottobre a Napoli. Mai lo zero a zero fu quanto mai risultato perfetto. E’ da quella partita, in cui si è fermato l’attacco stellare del Napoli, che l’Inter ha trovato solidità e compattezza, cambiando marcia, ma anche atteggiamento in campo.
Fino ad allora la squadra si era impostata in un possesso palla sterile, risolvendo le partite sui calci da fermo e spesso nei minuti finali, segno comunque di carattere ritrovato, ma anche di un’identità non ancora consolidata. Dopo l’esordio vincente in casa con la Fiorentina e la fortunosa vittoria sul campo della Roma, è arrivata l’onesta vittoria sulla Spal, poi sono seguite tre partite poco convincenti con Crotone, Bologna e Genoa, tutte caratterizzate dal massimizzare il risultato nei minuti finali e su calci da fermo. L’Inter registra poi dei progressi nella trasferta di Benevento, pur ancora con qualche sofferenza di troppo contro l’ultima in classifica. Questo primo ciclo si chiude con la vittoria, ancora nel finale, contro il Milan. Una gara in realtà rocambolesca e decisa dagli errori degli avversari, che comunque un rapace come Icardi è bravo a sfruttare con la tripletta personale.
Ed eccoci ai secondi cinquanta giorni, meno punti, ma prove più convincenti, l’emblema come già detto è la trasferta di Napoli. Poi a San Siro assistiamo ad un’ora di calcio spettacolo contro la Sampdoria, dove le doti tecniche di Icardi, Perisic, Borja e Candreva si esaltano in una struttura più solida e accorta grazie a gregari come D’ambrosio, Nagatomo, Gagliardini, oltre ai difensori e un portiere sempre attento. A Verona si torna a giocare con una piccola e ancora una volta con le piccole e in trasferta si è meno brillanti, ma alla fine arrivano i tre punti. Si torna in casa contro il Torino, dove affiora un po’ di stanchezza e si soffre la fisicità dei granata, rimediando comunque allo svantaggio con un pareggio grazie al gol di Eder. La sosta capita a fagiolo e dopo di essa emergono le capacità tattiche di Spalletti, che ha l’umiltà di schierarsi a specchio contro Atalanta e Cagliari risolvendo partite complesse e non facili, per poi chiudere questo ciclo con la goleada contro il Chievo, dove lo strapotere, ma in realtà dettato dall’equilibrio tattico, emerge ancora, seppur in una partita infarcita dagli errori degli avversari.
E ora da qui al 5 gennaio arriva un ciclo di partite davvero probante con Juve, Pordenone, Udinese, Sassuolo, probabilmente Milan in Coppa Italia, Lazio e Fiorentina, prima della sosta di gennaio. Amala.