I 75 anni di Moratti, una passione che dura una vita

La lettera di Moratti all’Inter

Moratti scrive all'inter

Il 16 maggio il former presidente Massimo Moratti ha compiuto 75 anni. Pare incredibile ma questo vuol dire che questa data cade nel bel mezzo di quei 17 giorni che sconvolsero il mondo nerazurro. Tra il 5 maggio 2010 e il 22 maggio 2010 l’Inter vinse quello che è passato alla storia sotto il nome del Triplete, che in pratica vuol dire vincere tutto quello che era possibile vincere in una stagione: Coppa Italia, Scudetto e coppa dei campioni. A cui si aggiungeranno nell’anno solare super coppa italiana e campionato del mondo, per quella che sarà la manita.

Nella sua lettera inviata all’Inter però Moratti non ha voluto autocelebrarsi, ma solo raccontare quella che è una passione quotidiana di un tifoso che si sente come tutti gli altri.

L’Inter come ultimo pensiero prima di andare a dormire e il primo appena sveglio, le delusioni verso il presidente quando le cose andavano male, che poi era semper lu, il ricordo dei tre capisaldi dell’interismo: Angelo Moratti, Giacinto Facchetti e Peppino Prisco.

Ma anche la presenza, il bisogno di condividere coi tifosi le partite e infatti come noto Moratti era sempre presente allo stadio in casa e in trasferta, così come alla Pinetina. Troppa la sofferenza nel vedere la partita da casa.

Senza nascondere le delusioni per le sconfitte che si dimenticano meno facilmente delle vittorie, ma senza accenni di rabbia o amarezze, Moratti ha scritto una lettera all’Inter senza retorica, senza polemiche, senza rimpianti.

Questo è stato ed è tuttora Moratti, un presidente amatissimo dai tifosi, anche se non gli perdonavamo nulla, Nemo profeta in patria, forse per alcuni era paradossalmente troppo tifoso, troppo innamorato, troppo milanese. Si riteneva ci volesse una società di manager internazionali in un calcio che cambiava, nel 2013 noi tifosi ritenemmo che il suo ciclo fosse finito, serviva – pensavamo – una società in grado di generare ricavi per stare al livello delle squadre inglesi e spagnole, ma a distanza di sette anni stiamo ancora aspettando. Forse ci vuole ancora tempo, forse in realtà senza passione non si va da nessuna parte e anche sul piano economico i ricavi non sono stati quelli attesi, seppur l’aumento di essi con Suning è stato netto, ma solo nel primo anno, poi si sono fermati, sopratutto quelli commerciali, mentre raddoppiavano i proventi da stadio e arrivavano i proventi della qualificazione champions. Oggi però il clima è cambiato rispetto ai tempi di Moratti, sentiamo celebrare colpi a parametro zero come dei titoli, cessioni di campioni a grosse cifre come dei grandi risultati sportivi, ma nel calcio i tituli sono sempre quelli, scudetto, coppa Italia e coppa dei campioni, quelli che Moratti ci ha dato.

Attendiamo quindi fiduciosi quel salto di qualità, quel balzo in avanti.

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