I diciotto anni di Moratti

Sono stati 18 anni avventurosi e passionali, quelli dell’Inter di Moratti, solcati dall’irrazionalità e dei giocatori trattati come figli, i quali spesso lo hanno ripagato con il tradimento o con una fedeltà ingombrante, ma anche dei tanti esoneri repentini, alcuni incomprensibili, come quello di Gigi Simoni, con il quale ancora adesso la stima reciproca è immutata. Moratti ha reso i tifosi più fedeli e attaccati nella sofferenza, pazzi di gioia nelle vittorie, ma anche esasperati dalle tante scelte controproducenti, che è inutile elencare ora, come è inutile dire che l’acquisto di Ronaldo è stato il più importante, quello che ha segnato un’epoca, generando un’euforia irripetibile e mettendo l’Inter al centro del mondo. Poi sono arrivati gli anni di Calciopoli, ma anche dei suicidi sportivi, come il 5 maggio 2002. Perchè se è vero che in Italia fummo derubati almeno di uno scudetto, è anche vero che in Europa andammo incontro a figuracce epocali, fino alla notte del 22 maggio 2010, che ha reso Moratti il presidente più vincente della storia dell’Inter, con tre titoli in 17 giorni e cinque in un anno solare. Perchè si può dire tutto di questi 18 anni di presidenza Moratti, nella quale non ci siamo mai annoiati toccando i punti più alti e i punti più bassi, sempre alla massima intensità, ma non che non abbia sempre cercato di vincere e di portare in alto l’Internazionale, a volte riuscendoci, a volte no. In questi lunghi mesi di estenuanti e snervanti trattative, la maggior parte dei tifosi ha avuto modo di metabolizzare la prospettiva futura di un’Inter senza Moratti, arrivando a questo appuntamento con sobrietà e con la consapevolezza che un’epoca è finita e il passo è necessario per il bene dell’Inter, perchè forse l’unico modo di liberare l’Inter dalla corte soffocante che si è creata intorno al patron, è che sia lui a farsi da parte e forse questo Moratti lo sa.

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