Aristide Guarneri era lo stopper gentiluomo della grande Inter. Nato a Cremona il 7 marzo 1938, non venne mai espulso in tutta la sua carriera, preferiva giocare d’anticipo e non commetteva mai fallo. Cresciuto ala destra nel Como, poi terzino destro e infine difensore centrale. Il padre Giuseppe era scultore, ma la famiglia fece la fame, con le sculture non si guadagnava e il regime chiedeva l’oro e il ferro per la patria, allora Giuseppe cacciava fagiani e lepri, mentre il giovane Aristide aprì una bancarella di verdure con la sorella. In nerazzurro vinse tutto, esordì con un 8-0 alla Spal e in galleria a Cremona raccontava come Picchi ogni tanto si prendeva qualche libertà e decideva lui i ruoli in campo, con buona pace di Herrera. Campione d’Europa nel 1968, segnò un solo gol in nazionale, ma a Jashin, il ragno nero. Finì la carriera alla Cremonese, da capitano, ma ora fa l’osservatore per l’Inter, con la sua inseparabile cagnetta Maggie vive nel centro di Cremona e si gode la vita.
Fonti: L’Inter dalla a alla z di Vito Galasso, ed. Newton Compton Editori. www.storiedicalcio.altervista.org Germano Bovolenta, Fabio Monti Corriere della sera.