La serie A in queste prime giornate ha registrato una media spettatori superiore alle 24mila unità, non accadeva dal 2011. Il riempimento stadi sfiora il 70%, 10-15 punti in più degli ultimi cinque anni. E’ bastato questo per far parlare alla Gazzetta dello sport di grande ritorno, campionato equilibrato, avvincente, ricco di gol, come se fossimo nei mitici anni ’80, quando venne coniata la definizione di campionato più bello del mondo, quando il calcio inglese era ai minimi storici e gli altri campionati non venivano nemmeno presi in considerazione. I freddi numeri riportati da calciomercato.com smentiscono però in parte questo quadro idilliaco. E’ sopratutto la definizione di campionato equilibrato che può destare qualche equivoco. E’ vero che sembra finito il dominio della Juve (ma è presto per dirlo), ma il campionato non è complessivamente così equilibrato se è vero che le prime cinque (tra cui la nostra Inter) hanno affrontato le altre quindici del torneo 39 volte vincendone 36. Napoli e Roma fanno l’en plein con sette successi su sette incontri, l’Inter concede un pareggio al Bologna e ne vince altre sette, la Lazio uguale con la Spal, la Juve rilascia un pari all’Atalanta e ne vince otto. Allora vien da pensare che questo campionato si deciderà negli scontri diretti tra le prime cinque (pesantissima la vittoria a Roma dell’Inter e il Milan paga le tre sconfitte con Lazio, Roma e Inter), ma che non sia così equilibrato e la nostra proposta di una serie A a 12 squadre per far spazio ad una superlega europea con solo le migliori squadre dei migliori campionati dell’Europa occidentale non è così ardita. Ma torniamo ai nostri dati degli spettatori. C’è un netto aumento degli interisti e dei milanisti, ma poi c’è quello di romanisti e laziali che in realtà disertavano lo stadio negli anni scorsi per proteste varie contro le rispettive società, un aumento anche dei napoletani, insomma grosse piazze che tornano a riempirsi per un motivo o per l’altro e alzano la media perchè negli anni scorsi erano crollate. Ciò nonostante l’aumento è oggettivo, sicuramente la crisi economica si è fatta sentire negli anni scorsi e ora di meno, si torna a uscire, ad andare allo stadio, può essere che più gol portino più spettatori, ma diversi ex difensori rimarcano come nessuno sappia più marcare a uomo (e in questo senso teniamoci stretti i nostri Miranda e Skriniar), che ormai i difensori nell’uno contro uno sono diventati agnelli sacrificali. Tutto questo ci porta a molta cautela, certo abbiamo tanti allenatori che fanno oggi un calcio offensivo, la Var ha risolto molti problemi, ci sono cinque squadre in vetta che se la giocano, in Europa le italiane finora quest’anno hanno fatto la loro porca figura, ma per tutto il resto ci vuole pazienza.