Adesso è proprio finita. Abbiamo aspettato qualche giorno per fare alcune considerazioni, come si dice in questi casi, a mente fredda, a bocce ferme. Prima considerazione: quest’anno anche la serie A è tornata alla ribalta a livello di spese oltrepassando persino i campionati tedeschi e francesi. Rimane su un altro pianeta la Premier League sempre grazie a ricchissimi contratti TV – qualcosa come 3 miliardi di entrate all’anno – spendendo oltre un miliardo nella campagna acquisti. Eppure proprio la Premier ha offerto situazioni del tutto sorprendenti e tra loro contraddittorie passando dalle due squadre di Manchester con l’acquisto più caro del campionato europeo – DeBruyne – da parte del City, allo United che ha speso 50 milioni per Martial, l’under 20 più caro di sempre, e tuttora poco conosciuto al punto che Rooney ha chiesto “Ma chi è?”, ma anche all’Arsenal che ha provato ad acquistare Cavani , persino Icardi, per finire col solo acquisto del portiere Cech al punto che proprio stamane alcuni tifosi infuriati hanno contestato Wenger, allenatore e responsabile degli acquisti, chiedendo le sue dimissioni. Comunque la forza economica dei club inglesi sta mutando gli equilibri in Europa con cifre da capogiro inimmaginabili. Le conseguenze possono essere molto drastiche: la crescita delle spese non sembra conoscere un rallentamento, l’unico modo per poter competere è quello di alzare la posta in gioco con il conseguente rischio di un crack economico se il club non riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati. Insomma, aumentano i costi e in parallelo i debiti dando spazio a sospetti fondi di investimento e agli squali della finanza. Per ora prevalgono gli emiri in Inghilterra e Francia ma altri si stanno “uniformando” (anche il nostro Thohir compra pagando il minimo con evidente obiettivo di saldare raggiungendo la Champions League). Anche l’Italia è allora “contagiata” e alcune società fanno operazioni rischiose senza avere grandi capitali a disposizione. Una per tutte il Milan che proprio ieri Ibrahimovic ha definito “disperato” avendo speso 45 milioni per Bertolacci e Romagnoli, entrambi di proprietà della Roma. Forse diventeranno campioni, ma è strano che la Roma e il suo DS Sabatini li vendano con tale indifferenza. Per ora quello che risalta è una plus valenza secca di 45 milioni per la società romana.