Dal Filadelfia al Grande Torino, dall’abbandono alla rinascita, gli stadi del Toro

L’avversario di domani dell’Inter ha quasi sempre giocato in due storici stadi, vediamo quali sono

Il vecchio stadio Filadelfia

La storia del Torino, che domani giocherà contro l’Inter (h 12.30), è fatta anche di luoghi simbolo, dove concretizzare l’idea Toro, tra questi ovviamente gli stadi, che sono stati principalmente tre. Il Filadelfia, dove i granata hanno giocato dal 1926 al 1963 e come si può facilmente intuire è il luogo più ricco di storia e più amato, legato agli anni più vincenti dell’attuale squadra di Urbano Cairo; poi il Comunale, dove il Toro ha disputato le sue partite casalinghe dal 1963 al 1989 e dove è tornato a giocare dal 2006 con il nome Olimpico Grande Torino – qui si giocherà domani la sfida tra granata e nerazzurri – dopo la ristrutturazione per i giochi olimpici invernali del 2005. In mezzo l’infelice parentesi allo stadio Delle Alpi dal 1990 al 2005, una delle bruttezze costruite per i mondiali del 1990.

Filadelfia, gli anni dell’abbandono

Chiaramente il Filadelfia è lo stadio più adorato dai tifosi, qui ha giocato il Grande Torino di Valentino Mazzola, ma non si pensi ad uno stadio immenso. La capienza era intorno ai 15000 posti, ma avvolti intorno al campo, con una tribuna in stile Liberty e i seggiolini in legno, l’ingresso in mattoni rossi, le gradinate intorno e il parterre sotto la tribuna, ormai scomparso da quasi tutti gli stadi, ma un classico del ‘900 (resiste solo in strutture storiche come lo Zini di Cremona). Doveva essere un vero inferno. Il suo abbandono ha quasi per destino coinciso con il declino della formazione torinese, ma oggi è rinato, è stato ricostruito in versione ridotta ed è il campo d’allenamento della squadra di Mazzarri, sede delle partite della Primavera e in futuro del museo della storia del Torino FC. Inutile dire che il suo stato di disfacimento e incuria per quasi 40 anni è stata una grande vergogna per la città e fonte di forti polemiche interne (anche l’attuale soluzione: non stadio per la prima squadra, non totale rifacimento, ma di fatto ricostruzione solo della storica tribuna, ha creato qualche delusione, ma sempre meglio delle immagini di penurìa che si presentavano negli anni precedenti).

Il nuovo Filadelfia

Il Comunale di Torino, invece, è stato inaugurato nel 1933 con il nome di Benito Mussolini e arrivò ad avere una capienza di circa 65000 spettatori. Come molti stadi di quegli anni, non fu pensato principalmente per il calcio e aveva una pista d’atletica mantenendo le tribune lontane dal rettangolo di gioco e con una forma non a caso che non riproduceva il campo di calcio, ma la pista d’atletica. Il Toro, come detto, vi ha giocato dal 1963 al 1989 e ci è tornato nel 2006, in un contesto ristrutturato, con il nuovo nome Olimpico Grande Torino, ma tutto sommato riproducente la stessa struttura: non c’è più la pista d’atletica, ma lo spazio è rimasto (a differenza di Udine o del progetto di Bergamo di avvicinare i settori al terreno), quindi la visibilità non è eccezionale. Sono stati aggiunti ovviamente i seggiolini, le coperture e un terzo anello, a dire il vero decisamente ridotto e anche delle prime file in basso, per una capienza attuale intorno ai 27000 posti. La Juventus, invece, qui ha giocato dal 1933 al 1989 e ci è tornata per un breve periodo nel 2006 prima di trasferirsi definitivamente nel suo nuovo stadio, lasciando il “vecchio-nuovo” Comunale in esclusiva al Torino.

Poco da dire, invece, sul Delle Alpi, costruito per Italia ’90 su tre piccoli anelli, con le tribune lontanissime dal campo e con addirittura le prime file inutilizzabili perchè non si vedeva nulla. Circa 60000 di capienza, spesso semideserto con poco pubblico, sede per 15 anni di Torino e Juve, ma mai amato, vi ho assistito a due Juve-Inter nel 1996 e il famoso di Ceccarini, Iuliano e Ronaldo del 1998, quindi anche pessimi ricordi.