Spalletti continua ad attaccare Icardi
Spalletti avrebbe dovuto fare il politico, non l’allenatore. Lo penso da tempo. E siccome siamo in Italia, quando si parla di politica si parla a volte di demagoghi e pecoroni al seguito. Ma in cosa è leader politico Spalletti? Nel suo attaccare i competitors interni, quindi creando divisione interna, ma presentandosi al contempo come il guardiano dell’unità della comunità interista. Un seminatore di zizzanìa, che per un anno ha attaccato pubblicamente la società e i dirigenti perchè non gli avevano preso Vidal, ora attacca pubblicamente Icardi, dopo averne ottenuto la degradazione e l’umiliazione, presentandosi come il depositario dell’interismo e accusando i giornalisti di “fare film”, quando è lui il regista e lo sceneggiatore del film.
I suoi attacchi alla stampa sono sempre in realtà attacchi ad altre componenti dell’Inter – società, dirigenti e giocatori – come dice il detto “parlare a nuora perchè suocera intenda”, ma allo stesso tempo il filosofo di Certaldo ottiene due piccioni con una fava, perchè il tifoso un po’ sempliciotto si eccita vedendo Spalletti attaccare Caressa, non accorgendosi che in realtà il target della volpe nel pollaio è un altro.
E’ lui che continua ad alimentare la divisione, a dare in pasto ai media carne da ardere con le sue dichiarazioni, ormai solo i lenti non lo capiscono, a gettare la benzina sul fuoco. Questo non per dire che Icardi o altri siano santi innocenti, anche loro hanno le loro colpe, anche loro hanno usato i social da “bimbiminkia”, ma chi alimenta la divisione, chi si comporta ora da bambino dell’asilo e ha 60 anni, quando si era faticosamente trovato un accordo in tutta questa logorante storia, è solo Spalletti. Ma la vicenda Totti non ha insegnato nulla?
Le dichiarazioni postpartita del guru Social di Certaldo dopo la preoccupante sconfitta con la Lazio sono un inno alla retorica e all’ipocrisia, come quelle medioevali da terza categoria e dopolavoro sulla sacralità dello spogliatoio. La scorsa settimana Icardi era alla festa della fidanzata di Gagliardini con quasi tutto lo spogliatoio, non ha avuto mai nessun problema con gran parte dei compagni, come lo certificano le dichiarazioni ufficiali di queste settimane di Lautaro, Gagliardini, Politano, Ranocchia e altri. Certo, Icardi non doveva mettersi “in malattia”, ha sbagliato in questo, sarebbe stato inattaccabile se avesse subìto tutto questo per amore della maglia e oggi sarebbe un eroe, ma allo stesso tempo una certa retorica della maglia è roba da ultras all’ultimo stadio, perchè esistono dinamiche, debolezze, sensibilità umane e il moralismo degli aziendalisti, dei finti onesti, non c’entra nulla con l’interismo, con il suo stile, la sua storia, i suoi eroi ribelli.
In tutto questo dalla società ci si aspetta maggiore chiarezza, almeno un segnale, la difesa pubblica a spada tratta delle scelte di Spalletti, se da una parte è inevitabile finchè questo signore sedierà sulla gloriosa panchina dell’Inter, inizia a disorientare molti tifosi, ma soprattutto dà un senso di debolezza, perchè Spalletti parla da padrone dell’Inter e questo non si capisce. Mi spiace per i deliri di onnipotenza del Dio in panchina, ma se l’Inter è andata in Champions è più grazie ai gol di Icardi che alle fantomatiche capacità tattiche di coppa di Pietroburgo.
Amala.