Bandiere, mercenari e vie di mezzo
Una piacevole serata con amici interisti mi ha portato ad alcune riflessioni che spero possano essere interessanti anche per voi. L’arrivo di Cuadrado e il tradimento di Lukaku ovviamente non è piaciuto e ha creato un certo nostalgismo per un calcio romantico che non c’è più in questi miei amici. Ma un momento, un momento solo, è davvero così? Ma è veramente mai esistito questo calcio romantico? Recentemente abbiamo ricordato Meazza al Milan e Boninsegna e Altobelli alla Juve, (vedi QUI) ricordiamo anche gli innumerevoli scambi Inter-Milan negli anni 90, Ronaldo e Ganz al Milan, a volte la memoria può ingannare, forse e ci fa pensare che il passato è sempre migliore.
Chi ci legge sà che siamo molto critici con la proprietà cinese e continueremo ad esserlo, però bisogna anche vedere tutti gli aspetti. Da tanti anni all’Inter non c’erano così numerosi italiani, dai tempi di Zenga, Bergomi e Ferri non c’erano così tanti milanesi e lombardi in squadra. Tanti giocatori hanno esordito dalle giovanili negli ultimi 30 anni, ma solo Balotelli e Santon hanno avuto una qualche esperienza fugace da titolari. Oggi abbiamo Dimarco, milanese e interista Doc cresciuto nelle giovanili ed oggi colonna portante del Biscione, poi il legnanese Darmian, Acerbi dalla provincia di Milano, il saronnese Di Gennaro canterano, Bastoni dalla provincia di Cremona, il sardo Barella e il romano Frattesi, rientrano dai prestiti anche Sensi ed Esposito. D’altronde Marotta in conferenza stampa ha parlato chiaro, una delle linee guida della società è fornire giocatori alla nazionale di Roberto Mancini. Spiace per il mancato riscatto del ragazzo di Rho, Bellanova.
Quindi non è così tutto brutto, triste e mercenario, il mondo va avanti e continua a girare intorno. Amala.