Lo sliding doors di Pescara-Inter ha voluto che il Pescara fallisse due volte il 2-0, mentre il triplo cambio di De Boer ha determinato l’assalto finale e la rimonta di domenica. Questa sera invece lo sliding doors ha detto che il Be’er Sheva ha sfruttato la sua occasione per raddoppiare e chiudere la partita. In mezzo lo stesso black-out dopo il primo gol subìto, nerazzurri in balìa degli avversari, quasi che sembrava di vederli con la maglia della fata turchina in campo e anche questa sera De Boer ci ha messo del suo, ma questa volta in negativo. Troppo lasciare in panchina contemporaneamente Miranda, Banega, Candreva e Icardi, praticamente la spina dorsale della squadra più una spina nel fianco delle difese avversarie. Certo, il rammarico l’allenatore olandese lo ha ben palesato: “Pensavo di dare un’occasione per dimostrare il proprio valore a chi è sceso in campo”.
Occasione sciupata caro Frank, più da loro che da te, perchè i giocatori prima o poi all’Inter andranno responsabilizzati e non si può prendersela solo con l’allenatore, e pesante smentita sulla profondità della rosa, che pure avevamo ravvisato domenica. Certo, se si tratta di mettere tre attaccanti a gara in corso questa rosa ce l’ha, ma pensare di giocare con nove riserve.. No, non siamo così profondi di rosa. E a dirla tutta, tornando alle similitudini, nel primo tempo di Pescara l’Inter aveva creato molto, stasera il primo tempo è scivolato via quasi senza sussulti, tranne un palo di Eder e i tentativi del pittoresco Lucio Maranhao dall’altra parte. Davvero pesante il confronto con l’organizzazione e la tonicità degli israeliani e la disorganizzazione e il boccheggiamento afasico dei nerazzurri in campo. E domenica arriva la Juve.