Litigi, scontri, malumori, screzi. Ma cosa sappiamo degli ultimi due mesi in casa Inter? Sono emersi sopratutto dissidi tra Perisic e Icardi, ma ancor di più tra Spalletti e Ausilio. La proprietà appare assente e i galli nel pollaio si beccano. Riavvolgiamo il nastro:
A ridosso di natale Icardi fa una dichiarazione netta, accusa pubblicamente qualche compagno di non sacrificarsi in allenamento. La cosa non piace ai destinatari, che paiono essere proprio Perisic e Brozovic.
Nei giorni seguenti, infatti, i diretti chiamati in causa si tolgono reciprocamente i follow sui social.
Intanto Wanda Nara ritarda il suo ritorno dalle vacanze natalizie e si parla di una rottura nella coppia. Icardi posta sui social una frase sibillina che recita più o meno così, “dirsi addio a volte vuol dire crescere.”
La frase, quantomeno incauta, scatena una serie di inevitabili voci su un suo approdo al Real Madrid e fa giustamente arrabbiare i tifosi interisti.
Il centravanti non smentisce per ore, poi il giorno dopo chiarisce con la società che si trattava di vicende private, probabilmente ancora un litigio con la Wanda.
La coppia poi nei giorni seguenti si rappacifica.
Intanto si apre il fronte Spalletti, il tecnico fin dall’estate scorsa va in conferenza a fare battutine sarcastiche sui “direttori” che gli avevano promesso Nainggolan e Vidal; conferenza dopo conferenza diventa sempre più esplicito, mentre trapelano anche dissidi con i giocatori, da Cancelo a Joao Mario che chiedono di essere ceduti fino all’invito di Spalletti a non comportarsi da bambini.
La sera del 21 gennaio Spalletti si sfoga in un ristorante milanese con dei tifosi romanisti sparando a zero su tutti, da Suning che “non vuole spendere”, all’ambiente “folle e depresso.” La cosa gira su internet e due settimane dopo arriva sui giornali tradizionali, precisamente sul corriere della sera.
Spalletti attacca sul piano personale il giornalista che ha diffuso la notizia, ma non smentisce nulla, anzi conferma tutto e venerdì, nell’ultima conferenza, rincara ulteriormente la dose, attaccando apertamente i dirigenti dell’Inter, rei di diffondere nomi di mercato a mezzo stampa.