Serata cupa, cielo nero nero alle 18 come fossero le due del mattino, ma non piove e il pubblico interista risponde presente. Lo stadio si riempe un quarto d’ora prima della partita, lontani i tempi quando si andava allo stadio due ore prima della partita. All’annuncio delle formazioni ancora qualche fischio per Icardi dalla curva, che intanto ha già esposto un eloquente “dovete correre”, corredato da dieci punti esclamativi. Poco prima del fischio d’inizio compare un lunghissimo striscione: “Solo chi va in campo riesce a fare peggio di questa inesistente società, le premesse per disonorare 108 anni di storia ci sono tutte quante, attenzione perchè poi la situazione diventa pesante”. Al primo verde un altro striscione più piccolo assolve De Boer, inizia però la partita e il sostegno è possente. L’ennesima promozione (10 euro il biglietto per i soci inter club) riempie il secondo anello rosso e arancio, praticamente esauriti primo verde e primo blu, pieno anche il primo arancio. Qualche vuoto al secondo blu e non piena la curva nord e il primo rosso, poche centinaia i crotonesi, per un totale di quarantamila spettatori, chiusi terzo rosso e verde. I fischi – tanti – si concentrano tutti alla fine del primo tempo, con il pubblico che non contesta durante la partita, ma riserva improperi a Candreva nel secondo tempo. La curva canta anche nel secondo tempo, quando lo zero a zero sembra ineluttabile, e la butta sull’ironia, “c’è un cinese, un indonesiano e un inglese… che vogliono farci tornare ad essere la barzelletta d’Italia” si legge sulla balaustra dei Boys. Ci pensano Perisic e sopratutto Icardi a rassenerare il clima, avanti col prossimo allenatore. Amala.