Ci lascia la bandiera granata ad 80 anni
Da 30 anni non allenava, escluso dal calcio, ma anche per scelta, in lotta contro la depressione, con il Torino nel cuore. Passa ad altra vita Aldo Agroppi, salutando tutti in silenzio. Come emerge dalla sua ultima rara intervista a Repubblica spiega un calcio dove i giocatori fanno cricchette invece che squadra, i procuratori la fanno da padroni, un mondo dove per lui che non leccava il c… a nessuno non c’era spazio. A suo modo di vedere l’allenatore contava solo il 20%, ma i mister di oggi pretendono di controllare tutto, uccidendo la fantasia, la qualità. Formidabile in questo senso la sua ultima sagace battuta quando definì Spalletti un prete che pretendeva di insegnare a giocare a calcio a un campione come Totti. Fu il primo a parlare di depressione nel mondo del calcio, ultima bandiera del grande Torino, il calcio di oggi lo guardava poco, un football col portiere che più che parare e rinviare deve passare la palla coi piedi, le seconde voci nelle telecronache strabordanti e urlanti, la tecnologia e i data base che decidono gli schemi, un mondo, a detta sua, dove più che lo psicologo serviva lo psichiatra. RIP Aldo.