Pare che l’ultima trovata di chi mal sopporta l’Inter prima in classifica sia quella, non molto originale e nuova, di imputare ai colori nerazzurri una grossa dose di fortuna. Credo che nello sport bisogna avere fortuna, non mi sembra un male o qualcosa di cui vergognarsi. L’Italia dell’82 ed anche quella del ’06 ebbero grande cuore e fortuna. Rubare o doparsi è un’altra cosa, queste sono cose che non appartengono allo sport e di cui vergognarsi. (Continua sotto)
Ma pare che in Italia non funzioni così. Eppure avere fortuna viene dalla audacia e dal coraggio. Ad ogni modo non riesco a prendermela per queste cose, non riesco a seguire del tutto quei interisti che hanno una sorta di ansia di vedersi riconosciuti i meriti da chi evidentemente non ha in simpatìa i colori nerazzurri e mai li riconoscerà. Certo, sarebbe bello un po’ di sportività, un po’ di obbiettività, Mourinho infatti parlava di “prostitusione intellectuale”, ma diceva anche che gli interisti hanno sogni, non ossessioni. Un certo “snobismo” e una certa superiorità fanno parte del Dna nerazzurro, che non conosce vittimismi, ma agli attacchi risponde con l’ironia o l’indifferenza. Stile Moratti, stile Facchetti, stile Prisco, radicati nel tempo. Certo, è facile a dirsi, un po’ meno a farsi per chi vive in feudi bianconeri, ma è la nostra storia. E’ la nostra forza.